![]() La Cina frena. Colpa di alcune cattive notizie che arrivano da diversi fronti regolamentari ma che, dicono gli analisti di Morningstar, stanno rendendo l’azionario del paese asiatico particolarmente appetibile. L’indice Morningstar China in un mese (fino al 9 agosto e in euro) ha perso quasi il 6%, portando a -8,2% la performance da inizio anno. In quattro settimane il paniere Global Markets ha segnato +2%, mentre da gennaio il progresso è stato del 18,6%. La Cina ha rallentato dopo le mosse del governo cinese per tenere a freno il settore dei servizi di istruzione privata e per la possibilità che arrivassero norme più stringenti per quanto riguarda Internet, soprattutto nel segmento dei giochi online e per quel che sta riguardando Il secondo gruppo immobiliare cinese, Evergrande sul bordo del default, ma dal punto di vista delle valutazioni, attualmente, secondo il Morningstar Global Market Barometer l’azionario cinese è sottovalutato del 20% rispetto al rapporto Price/Fair value (relativamente alle stock coperte dall’analisi Morningstar. Dati in valuta locale aggiornati al 9 agosto 2021). Come comportarsi dunque, scappare dal mercato cinese o cogliere le opportunità che questo mercato a queste valutazioni può offrire ? Dal mio punto di vista la Cina non scomparirà dalla faccia della terra, ma continuerà la sua crescita, forse un po' più lentamente e si dovrà assestare l’asse politica / economia. Per chi è già investito nel mercato cinese consiglio di non muoversi e di non incrementare, almeno per il momento, per chi invece è assente dal mercato azionario cinese e volesse iniziare ad investirci, il mio consiglio è quello di farlo con i PAC, ovvero entrando con cadenze mensili/trimestrali/annuali, così da poter mediare i prezzi.
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Quanto è importante insegnare ai bambini l'importanza dei soldi.
Non sono certo io la persona più adatta a dare consigli ai genitori di come educare i propri figli, del resto non sono genitore....ad ogni modo come consulente finanziario qualche consiglio lo posso dare, perlomeno per ciò che riguarda il rapporto soldi e bambini. E' importantissimo educare finanziariamente i figli fin da piccoli ed ecco 5 consigli utili su come fare. 1) Parlare della gestione del denaro Il primo consiglio è quello di non aspettare. Logicamente non bisogna essere invadenti o troppo pressanti nell’inserire questo discorso, ma parlare del denaro e di quella che si ritiene essere la sua corretta gestione è una cosa che va fatta fin da piccolissimi, intorno ai 5 anni circa. In questo modo, magari sotto forma di gioco, il bambino, che a 5 anni ha un’idea fantasiosa del denaro - come di tutte le cose della vita, potrà rendersi conto che i soldi non vengono estratti dal cassetto come per magia, ma che provengono da un sacrificio. Questo sacrificio, però, non deve in alcun modo essere fatto pesare al bambino come senso di colpa, poiché bisogna sempre ricordare che è il genitore a regalare una vita e in virtù di questo, serve molta delicatezza anche nell’insegnare il peso dei sacrifici. 2) Insegnare a contare le monetine Anche insegnare a contare le monetine potrebbe essere molto utile perché il bambino possa riuscire a capire quante ne servono per comprare qualcosa. In questo modo, tante monetine equivarranno a tanti soldi e, conseguenzialmente, tanti soldi significheranno tanto impegno. Può sembrare anche un gioco, ma - all’atto pratico - se per comprare un gelato serviranno 3 monetine e per comprare un giocattolo ne serviranno 30, il bambino potrà rendersi conto della differenza tra le due spese in modo sempre più consapevole. 3) Valutare una paghetta Quando il bambino cresce un po’, l’educazione a un uso responsabile del denaro potrebbe avvenire attraverso una paghetta. Con la paghetta non bisogna esagerare, altrimenti si rischia di viziare senza remore il bambino fin da piccolo. Tuttavia, possedere un quantitativo di denaro - che si è imparato a contare - implica il doverlo gestire. Logicamente, un bambino non potrà provvedere alle sue spese con quella paghetta simbolica, ma potrà scegliere per cosa usare i suoi soldi e ponderare un acquisto anziché un altro, essendone felice o pentendosi della scelta, alla quale non dovrà sopperire il genitore rimediando all’eventuale tristezza. 4) Non ricompensare con denaro Non si dovrebbe ricompensare un bambino con premi in denaro poiché potrebbe risultare deleterio per la sua educazione, specialmente se troppo piccolo o se questo comportamento viene reiterato più volte nel tempo. Infatti, ricompensare un bambino con del denaro, ad esempio per un buon risultato scolastico o per aver semplicemente riordinato la camera, potrebbe far si che nostro figlio strumentalizzi queste azioni con lo scopo di giungere a ricompense. 5) Responsabilizzazione Quando il bambino diventa un ragazzo, verso i 15 o 16 anni, potrebbe risultare un consiglio utile quello di invitarlo a svolgere alcuni lavori part-time o comunque che esulano dai suoi compiti quotidiani, come la scuola o l’ordine in cameretta. Questo porterebbe a una responsabilizzazione. Farebbe capire al ragazzo la fatica che c’è dietro al denaro, specialmente per il fatto che a quest’età potrebbero iniziare a enfatizzarsi i paragoni con le situazioni economiche dei compagni di classe. Provate a pensare quanto la nostra mente sia bombardata quotidianamente da telegiornali, dibattiti televisivi, quotidiani, social network, fonti inesauribili di notizie.
Ora provate a pensare se secondo voi sono più le notizie positive o negative…..io credo siano più quelle negative e questo perché sulle nostre menti hanno maggior impatto. Infatti, per quel che riguarda ad esempio la finanza è molto più facile enfatizzare una giornata negativa dei mercati piuttosto che una positiva. “Crollo della borsa”, “bruciati miliardi”, “profondo rosso”, “tempesta sui mercati”…...avete mai sentito tanta enfasi quando i mercati salgono ? La “gioia” per un rialzo dei mercati svanisce immediatamente, ma il “dispiacere” e il “tormento” per un calo rimangono per giorni e fanno aumentare la paura di cali ulteriori. Con la paura i risparmiatori vendono e questo è ciò che stanno aspettando i grandi investitori per comprare a prezzi più bassi. Un portafoglio ben diversificato, impostato per il lungo termine e ribilanciato una volta all'anno, può tranquillamente alleviare le paure dei risparmiatori. Come vedete nell’immagine sotto, qualunque crisi nella storia è stata superata e i mercati hanno continuato a salire. “MANTENERE LA ROTTA” dunque, non lasciandosi condizionare dalla paura. Ed è qui che entra in gioco il consulente, un terzo psicologo, un terzo educatore finanziario e un terzo costruttore e mantenitore di portafogli. Giovedi 1 luglio ho partecipato con piacere alla serata divulgativa di educazione finanziaria, patrocinata dal comune di Orzinuovi e tenutasi presso il Centro culturale “Aldo Moro”.
L’inizio dell’incontro era programmato per le 20.30 e dopo i canonici 15 minuti di attesa la didattica è iniziata. Definizione di educazione finanziaria, situazione dell’alfabetizzazione finanziaria in Italia, pianificazione, gli errori da non fare negli investimenti e il consulente finanziario come guida necessaria alla pianificazione erano i temi trattati. Temi alquanto interessanti se si vogliono investire i propri risparmi con consapevolezza e conoscenza, ma soprattutto temi per evitare rimpianti per errori commessi col “fai da te”. Temi che interessano tutti o perlomeno molti, peccato che alla serata tenutasi senza nessun tipo di conflitto d’interesse ed in maniera assolutamente gratuita hanno partecipato “ben” 7 persone, di cui due consulenti finanziari e un bancario (che già conoscevano la materia). Con mio immenso dispiacere solo quattro persone, non del settore, si sono approcciate ai temi trattati, interessate ad apprendere come gestire al meglio i loro risparmi, perché sottolineo i risparmi sono i vostri, guadagnati nel tempo lavorando. Avere una seppur minima conoscenza di cos’è un titolo di stato, un’obbligazione o un fondo comune d’investimento, non fa altro che aiutarvi quando vi confrontate con una banca o un consulente per la pianificazione dei vostri risparmi e vi evita la classica frase “ma io non lo sapevo” e questa istruzione vi viene offerta in maniera totalmente gratuita, basta volerlo, del resto …….la legge non ammette ignoranza. Leggendo qua e la, mi sono imbattuto in un’interessante articolo scritto su Il Fatto Quotidiano. (link sotto in descrizione)
Nell’articolo vengono descritti i Consulenti Finanziari come meri imbonitori con un’ unico scopo…..quello di raggirare i risparmiatori per i loro interessi. Penso che questo giornalista stia facendo di tutt’erba un fascio in quanto nell'articolo non viene mai menzionato come non tutti i Consulenti finanziari si comportano in modo “anomalo”. Corretto poi che vengano citate le commissioni che possono essere presenti nei prodotti di risparmio gestito, ma non viene affrontato il fatto di quanto questi prodotti possano rendere nel tempo, assorbendo completamente le eventuali commissioni che il cliente ha pagato e dando ottimi risultati, statistiche alla mano. Inoltre devo dire, almeno per quanto mi riguarda, che non ho mai cercato di confondere le “prede” come lui descrive i risparmiatori, essere trasparenti sui costi e sui possibili rendimenti con i clienti, li rendono più consapevoli e liberi di rinunciare ad investire se non ne sono convinti. Cosa possiamo dire allora di tutte quelle persone che si affidano ai Consulenti finanziari e ne sono più che soddisfatte, di queste ultime neanche l’ombra nell’articolo, saranno mica tutte “prede” raggirate ? Scrivere articoli con questo tono, senza addentrarsi nello specifico non fa altro che danneggiare la categoria dei Consulenti finanziari, composta anche da persone corrette, trasparenti e professionali, ma che possono essere i primi a pagarne le conseguenze, perché come si sa basta il comportamento scorretto di pochi per mettere in cattiva luce anche gli altri e questo vale per qualsiasi categoria compresa quella dei giornalisti. In conclusione mi faccio due domande : Ma allora questo signore sta forse scrivendo dall’Afghanistan ? Avrà anche lui tutti i suoi risparmi sul conto corrente o predicherà bene e razzolerà male ? https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/06/12/cari-consulenti-finanziari-basta-con-la-favola-dellinflazione-per-non-far-tenere-i-soldi-sui-conti-correnti/6225269/ Altro che specie animali in via di estinzione, esiste una specie umana estinta ormai da tempo….si tratta dei “BOT people”.
Una delle tre specie che anni anni fa riempiva il panorama del risparmio in Italia. La prima specie di risparmiatori era quella dei “voglio guadagnare”. La seconda quella dei “non voglio perdere”. La terza era quella dei “pochi guadagni, ma sicuri”….i BOT people appunto. Le prime due come potete intuire erano una minoranza, ricordo che allora, parlo di circa 20/25 anni fa lavorando in banca come addetto agli investimenti non avevo la benché minima speranza di proporre prodotti alternativi ai “famigerati” BOT, alternative forse più adeguate alle esigenze di risparmio della clientela che non i BOT e tutto questo mentre gli strumenti finanziari continuavano ad evolvere. Oggi le cose sono cambiate radicalmente….come potete vedere dal grafico (linea azzurra) i rendimenti dei BOT sono arrivati a zero se non addirittura negativi, ma il DNA della specie “BOT people” è rimasto intatto. La riluttanza di questi risparmiatori nell’accettare nuovi investimenti è sempre altissima, le alternative ai BOT esistono e non vanno considerate come dei “walking dead”, zombie che mettono paura, basta conoscerle e credetemi è più semplice di quanto pensiate. Bitcoin sulle montagne russe.
Dopo la rovinosa discesa di ieri (19/05/2021) che si è attestata ad un -14,40%, oggi la moneta virtuale rimbalza mettendo a segno un +16,00% (nel momento in cui scrivo). Il Bitcoin può benissimo essere un’investimento speculativo nel breve o brevissimo periodo proprio per la sua intrinseca volatilità (ampie oscillazioni), ma attenzione se viene usato come mezzo di pagamento quando diventa un’arma molto pericolosa. Se ad esempio si deve pagare un bene costato 1 Bitcoin, al cambio di ieri avrebbe significato sborsare 36.720 Dollari ovvero circa 30.098 Eur, ma se il pagamento viene effettuato oggi significherebbe un’esborso di 41.735 Dollari ossia circa 34.209 Eur, con una differenza quindi di circa 4.111 Eur in più. Le ampie oscillazioni non fanno bene ad uno strumento usato come mezzo di pagamento, pensate che ad esempio il cambio EUR/USD è fermo su questi livelli da circa 6 mesi seppur con minime variazioni, ma sempre nell’ordine di max il 5%. Attenzione dunque…..occhi aperti.
La percezione di tranquillità, pochi ma sicuri, che molti risparmiatori ripongono nell’obbligazionario, spesso viene disattesa, del resto si sa, ad ogni rialzo dei tassi, a volte bastano le voci, si determina una diminuzione nei prezzi dei titoli, obbligazioni societarie o titoli di stato che siano, soprattutto per quelli di più lunga scadenza, ma in AllianceBernstein (importante società di asset management globale) fanno notare una cosa molto importante; se sul breve periodo è vero che gli investitori possono vedere una diminuzione dei prezzi dei loro titoli obbligazionari è anche vero che nel lungo periodo il rialzo dei tassi va a vantaggio di quest’ultimi in quanto il reinvestimento delle cedole avverrà a tassi più elevati.
DIVERSIFICAZIONE….parola usata e abusata in campo finanziario per descrivere quel processo di ampliamento della gamma dei prodotti o dei servizi finanziari offerti, al fine di realizzare rendimento e/o ridurre i rischi.
Dico abusata perché capita sempre più spesso di vedere portafogli composti da 10/12/15 prodotti finanziari con nomi diversi, ma che sono sostanzialmente la stessa cosa. Come mi è capitato di recente, analizzando 3 portafogli di miei clienti, intrattenuti presso altrettante società primarie di investimento concorrenti. Nel primo caso il portafoglio era composto da 15 fondi, tutti appartenenti alla casa di gestione di proprietà del gruppo (i cosiddetti prodotti “della casa”), 15 fondi dai nomi diversi, ma con un bassissimo grado di diversificazione sia settoriale che geografica. Nel secondo caso i fondi erano 4, con una netta prevalenza di Europa, ovvero niente mercato USA, niente mercati Asiatici, niente mercati Emergenti. Nel terzo caso invece discreta diversificazione settoriale / geografica, ma ancora una volta ottenuta con prodotti cosiddetti “della casa”. Ma questi prodotti “della casa” saranno veramente i migliori per puntare sui mercati o ne possiamo trovare altri ? Queste realtà di primaria importanza nel settore gestione patrimoni, perché enfatizzano così tanto il fatto di collaborare con moltissime società di gestione, come si evince dai rispettivi siti, se poi i portafogli sono costruiti quasi esclusivamente con prodotti cosiddetti propri ? Io le risposte le ho….. provate a trovarle anche voi….saranno quasi certamente uguali alle mie.
A volte mi sento dire che noi operatori del settore finanziario (consulenti, private banker o gli addetti titoli delle filiali bancarie), siamo semplicemente dei "venditori" e adottiamo tattiche sconosciute ai più proprio per "vendere" il prodotto.
Non sentendomi facente parte di questa categoria cosiddetta di "venditori", per non fare di "tutt'erba un fascio" vi lascio un'interessante articolo apparso sul sito di Morningstar, nel quale il redattore capo dei siti web degli investitori di lingua tedesca di Morningstar Ali Masarwah, da tre semplici consigli da mettere in pratica nel momento in cui si ha a che fare con gli operatori finanziari. Trasparenza, onestà e lungo termine sono i tre pilastri su cui si deve basare il rapporto tra consulente e cliente affinché le soddisfazioni possano far parte del patrimonio di entrambi. - Quanto è ampia l’offerta del consulente? - Niente pseudo-gergo. Pretendere un linguaggio chiaro - Venditori da ultima chiamata astenersi
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AutoreAndrea Fumasi Archivio
Maggio 2022
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