Le azioni Value sono contraddistinte da un prezzo di mercato inferiore all’ipotetico valore di equilibrio e quindi sono “penalizzate” dal mercato stesso. Solitamente in questa categoria troviamo società che si muovono su settori considerati ormai maturi, società solide ma con limitate prospettive di crescita, o aziende cicliche i cui profitti risultano essere volatili, elemento incorporato nel prezzo di mercato. La strategia denominata Value investing ha come principale obiettivo quello di cercare società solide ma temporaneamente svalutate dal mercato per realizzare un profitto dal riallineamento del titolo con il fair value.
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Le azioni Growth hanno prezzo superiore a un ipotetico valore d’equilibrio (il fair value, appunto). In questo caso, il mercato implicitamente stima che la società produrrà nel futuro utili (di conseguenza ricavi e miglioramento dei margini) tali da giustificare l’attuale prezzo di mercato. Il settore Growth per eccellenza è quello tecnologico: molte aziende Growth appartengono a questo settore perché il mercato ha elevate attese di crescita per i prossimi anni e i prezzi incorporano appunto queste aspettative. Anche il settore farmaceutico è un settore Growth, grazie alla presenza dei brevetti che consentono alle società pharma di avere una protezione sugli utili. La strategia di Growth investing si fonda proprio sulla scelta di titoli con prospettive di crescita nel breve periodo superiore alla media.
I fondi di investimento sono prodotti finanziari rivolti ai risparmiatori che consentono, grazie alla sottoscrizione di quote di partecipazione al patrimonio collettivo, di fruire di una serie di vantaggi come la diversificazione del proprio investimento e la riduzione dei costi di transazione.
Come funzionano i fondi di investimento ? Chi decide di sottoscrivere un fondo di investimento acquista titoli per partecipare a profitti o perdite a seconda del numero di quote detenute in portafoglio. Leggermente diverso è il caso delle SICAV, le società di investimento a capitale variabile, che permettono ai sottoscrittori di diventare soci acquistando azioni e, di conseguenza, maturando i diritti degli azionisti. Chi gestisce il risparmio è la Società di Gestione del Risparmio (SGR), mentre alla banca depositaria del fondo viene affidata la vigilanza sui valori in gioco e deve controllare la regolarità delle operazioni fatte dalla SGR. I titoli acquistati sono quindi di proprietà di tutti i sottoscrittori e, per valutare l’andamento e il profilo di rischio del Fondo, si utilizza il benchmark: un parametro oggettivo costituito da uno o più indici che riassumono l’andamento dei mercati in cui opera il Fondo. Quali tipologie di fondi esistono? I fondi di investimento possono essere suddivisi in svariate categorie, a seconda della struttura, del funzionamento, del settore in cui operano e così via : 1. Fondi aperti e chiusi: i primi sono a capitale variabile e attribuiscono ai partecipanti libertà di entrata e uscita in qualsiasi momento, mentre per i secondi la sottoscrizione delle quote avviene in un’unica soluzione e il riscatto può essere chiesto solo alla scadenza. 2. Fondi comuni di investimento: con gli investimenti in fondi comuni i risparmiatori acquistano quote di partecipazione, collocate sul mercato da intermediari qualificati (SGR, sportelli bancari e promotori finanziari) soggetti al controllo di Consob e Banca d’Italia. 3. Fondi “armonizzati”: (ossia conformi alle direttive EU) prevedono una serie di vincoli agli investimenti a tutela dei risparmiatori, mentre i fondi “non armonizzati” (speculativi, riservati, fondi di fondi e Hedge Funds) danno maggiori libertà ma sono più rischiosi; 4. Fondi liquidità: fondi che non possono investire in azioni; 5. Fondi obbligazionari: sono i fondi che non possono investire in azioni ad esclusione dei Fondi Obbligazionari Misti 6. Fondi bilanciati: fondi che investono in azioni per importi dal 10% al 90% del portafoglio; 7. Fondi azionari: sono fondi che investono almeno il 70% del proprio portafoglio in azioni; 8. Fondi flessibili: possono scegliere liberamente se detenere azioni e in quale proporzione; 9. Fondi alternativi: hanno grande volatilità e in genere sono sfruttati dagli investitori che hanno molta liquidità, perché possono garantire un’alta diversificazione del portafoglio. Si dividono in Hedge Fund, Private Equity Fund e Venture Capital Fund. Rischi e vantaggi dei fondi di investimento : Il livello di rischio è variabile e viene indicato con chiarezza al momento della sottoscrizione del fondo. I rischi possono essere anche significativi, ma secondo le statistiche gli investitori italiani non si lasciano scoraggiare e guardano con favore ai fondi. È importante però che la valutazione di investimento sia fatta con prudenza, confrontando le varie offerte sul mercato e, soprattutto, conoscendone i meccanismi di funzionamento. Il drawdown è una parola che probabilmente senti e leggi spesso su articoli e media finanziari. Del resto, è un concetto a cui investitori ed operatori professionali sono molto attenti quando si valutano gli investimenti.
Il drawdown è la discesa, la correzione, da un precedente massimo relativo o massimo assoluto. Facciamo un esempio concreto. Ipotizza di comprare un titolo a 10 euro. Questo titolo sale poi a 12 euro, poi scende fino a 10,80 euro e poi risale fino a 13 euro. Nel periodo considerato, il drawdown è pari al 10%, pari alla correzione da un massimo di 12 euro fino al minimo a 10,80 euro. Nel periodo successivo il titolo da 13 euro scende fino a 10,40 euro per poi tornare a salire (ad esempio fino a 14 euro). A questo punto, abbiamo due drawdowns diversi. Il primo da 12 fino a 10,80 euro pari al 10% è un drawdown relativo, mentre il secondo, pari al 20% (da 13 euro fino a 10,40 euro), è il maximum drawdown. Più la tua ottica è di lungo termine, minore è l’importanza che hanno queste correzioni. Infatti, nel lungo periodo le perdite sul mercato vengono quasi sempre recuperate, quindi anche se si perde in certi momenti il 20% o il 30% alla fine tale perdita sarà recuperata e l’indice o il portafoglio sarà in profitto. E' molto più importante il drawdown di un intero portafoglio piuttosto che quello di un singolo titolo o fondo. E questo valore dipende in primo luogo dalla tua asset allocation. Ancora una volta ti dimostro che la ripartizione del tuo portafoglio tra azioni, obbligazioni e altri investimenti e, di fatto, la cosa più importante. Tuttavia, non è tutto e anche questo indicatore non deve essere sovrastimato, ma considerato sempre insieme ad altri elementi. Spesso parlando con amici ci sentiamo dire : "Ho comprato delle azioni e in poco tempo ho guadagnato x".
Ok, bravo....ma cosa sono le azioni ? Prima di fare il cosiddetto "trading", ovvero la compravendita in questo caso di azioni, è molto importante sapere a cosa andiamo incontro, ovvero prima di tutto serve sapere cosa sono le azioni. In parole semplici le azioni sono un modo per comprarsi una fetta di una società. Per esempio, se compri 100 azioni Enel, stai diventando un po' un piccolo padrone di quella società – le azioni sono, infatti, titoli rappresentativi del capitale di una società. Sulla carta anche la piccola ditta sotto casa tua, può emettere azioni. Le azioni sono anche un titolo di credito, cioè uno strumento che incorpora un diritto e ne facilita la trasmissione ad altri soggetti. Le azioni possono essere quotate o non quotate. Nel primo caso è più facile acquistarle o venderle ad un prezzo di mercato. Le azioni non quotate, invece, possono presentare grossi problemi al momento della vendita. Attraverso l'emissione e il collocamento delle azioni, le società per azioni finanziano la propria attività. L'azionista è un socio, e non un creditore, della società e quindi partecipa all'attività economica della società stessa sopportandone i rischi in caso di perdite. Rischi, peraltro, che sono limitati al valore delle azioni possedute. I diritti dell'azionista sono:
Le obbligazioni (a volte chiamate con il loro nome inglese, bond) sono titoli di debito emessi da una società o da un ente pubblico per finanziarsi che, nelle mani di un investitore, costituiscono titoli di credito che attribuiscono il diritto di percepire, secondo modalità prefissate, gli interessi e a scadenza il rimborso del capitale nominale. Le obbligazioni possono essere emesse da diversi soggetti: imprese, organizzazioni internazionali, Stati sovrani e altre pubbliche amministrazioni.
Ma quali sono i rischi delle obbligazioni? Ogni tipo di obbligazione può avere caratteristiche diverse, ma il rischio principale che le accomuna è che il debitore non riesca a ripagare, in parte o totalmente, quanto dovuto. In questo caso si parla di insolvenza o default. Se chi si indebita emettendo delle obbligazioni si trova in difficoltà oppure è già molto indebitato, le sue obbligazioni saranno considerate più rischiose. Al contrario, un’azienda sana in grado di generare profitti adeguati e con prospettive di crescita positive emetterà obbligazioni considerate meno rischiose. Dopo i classici investimenti, leggi titoli di stato, obbligazioni o fondi, negli ultimi tempi le banche stanno proponendo i famosi "certificates" da non confonderli con i certificati bancari tanto in voga negli anni '90.
Ma cosa sono questi "certificates" ? Le Fonti TV propongono un video dove vengono spiegati in maniera semplice cosa sono questi investimenti. Ci tengo comunque dal mio punto di vista a fare alcune brevi considerazioni sull'utilizzo di questi strumenti : 1. Sono strumenti abbastanza complessi 2. Possono stare nei portafogli per un concetto di diversificazione 3. Possono stare nei portafogli, ma con moderate quantità 4. Controllare quale grado di protezione hanno 5. Controllare l'andamento del / dei sottostanti 6. Dato che esistono differenti tipi di certificates, fare molta attenzione al loro funzionamento. 7. Ultimo, ma non ultimo....anzi, essere coscienti di aver compreso al 100% il funzionamento del certificate. P.S. Non voglio spaventare nessuno, diversi miei clienti ne hanno in portafoglio e sono contenti ! I titoli di Stato sono obbligazioni emesse periodicamente con lo scopo di finanziare il debito pubblico e avere il denaro sufficiente a svolgere le sue attività. Lo Stato si rivolge a chi ha dei risparmi per farseli prestare dietro il pagamento di interessi e restituendo il capitale ad una data certa, detta scadenza.
Quali sono i titoli di Stato :
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AutoreAndrea Fumasi Archivio
Novembre 2021
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