Andrea Fumasi Consulente Finanziario
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PERCHE' SIAMO ARRIVATI A QUESTA SITUAZIONE ECONOMICO/FINANZIARIA ?

17/3/2023

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 Sostanzialmente i fattori sono tre :
- La pandemia
- Le banche centrali
​- La guerra in Ucraina
La pandemia aveva di fatto rallentato se non quasi fermato l’economia globale, ovvero la domanda di beni e servizi si era azzerata. I “produttori” avevano smesso di offrire e spesso senza aver fatto scorte di magazzino.
Nel momento in cui tutto è ripartito, il boom di domanda ha superato di gran lunga l’offerta, spingendo cosi l’inflazione verso livelli che non si vedevano da anni.
Le banche centrali hanno favorito, con la “vendita” del denaro praticamente a costo zero, questi alti livelli inflattivi.
E’ poi arrivata la guerra, col problema del gas e petrolio russi; anche qui l’embargo ha eliminato la Russia come mercato fornitore di materie prime, perlomeno per quanto riguarda l’Europa, questo ha portato nelle prime fasi ad un’aumento significativo del prezzo del gas, arrivato ad un massimo di 345,7 Euro al megawattora (tornato oggi nel momento in cui scrivo a 44 Euro).
Cosa fare quindi per combattere l’inflazione e cercare di farla scendere a livelli considerati accettabili ?
Innalzare i tassi !!
Le banche centrali hanno quindi iniziato una politica di innalzamento dei tassi, nel tentativo di raffreddare l’inflazione, ma questo ha contribuito alla discesa dei mercati sia azionari che obbligazionari.
Perchè entrambi gli asset stanno patendo questa situazione ?
Per quanto riguarda il mercato azionario, le aziende che prima erano indebitate presso le banche, pagando tassi irrisori, ora si trovano a pagare tassi più alti di 3/4 volte, con un’evidente probabilità di utili inferiori.
Per il mercato obbligazionario, l’aumento dei tassi ha fatto arretrare i prezzi di obbligazioni e titoli di stato, in quanto oggi vengono emessi titoli con cedole più vantaggiose, rispetto a quelli emessi quando i tassi erano vicini allo zero.
Quali sono quindi le soluzioni per i risparmiatori che hanno investito e si ritrovano i portafogli con risultati ad oggi negativi ?
Beh... c’è solo una certezza….ed è il tempo.
Avere pazienza è fondamentale come non farsi prendere dall’ansia.
Tutti vogliono risultati esaltanti, nel giro di poco tempo e senza rischiare nulla, ciò non è possibile.
Se si sono costruiti piani di risparmio di lungo termine bisogna rispettarli, indipendentemente dall’andamento di economia e borse, inoltre avere una riserva di liquidità è fondamentale.
Quindi calma e sangue freddo, perché come la storia insegna, tutti gli avvenimenti negativi sono prima o poi finiti.
La pazienza è la virtù dei forti
Ci sarebbe molto altro da dire, ma non voglio tediarvi oltre.
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PERCHÉ LA BORSA ITALIANA A VOLTE REGISTRA FLUTTUAZIONI MAGGIORI RISPETTO AD ALTRE BORSE EUROPEE?

16/3/2023

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Ciò è dovuto alla diversa composizione del mercato azionario italiano rispetto ad altre borse europee.
Ad esempio, se le azioni di un settore specifico, come il settore bancario, che sono particolarmente rappresentate nella borsa italiana, subiscono forti oscillazioni, l'impatto sulla stessa potrebbe essere maggiore rispetto ad altre borse europee.

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IL FALLIMENTO DELLA SILICON VALLEY BANK

13/3/2023

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Nonostante i titoli di qualche giornale che parlano di Lehman 2.0 (capire bene la notizia prima di allarmarsi), non c’è niente in comune con il disastro di 15 anni fa, quando le banche di tutto il mondo erano piene di titoli tossici. Oggi è solo la storia della Silicon Valley Bank, banca che opera, come appunto dice il suo nome, nella Silicon Valley americana e che ha mal gestito un problema di liquidità.
Il collasso della SVB che ha scatenato un’ondata di vendite sui titoli bancari sulle due sponde dell’Atlantico, ha poco a che vedere con la crisi devastante che investì il sistema finanziario globale ormai 15 anni fa. Non ci sono in giro titoli tossici come quelli costruiti sui mutui subprime, di cui erano pieni i portafogli delle principali istituzioni finanziarie.
Le securities di allora, che avevano impacchettato i mutui subprime, erano diventate carta straccia, e tenerle a scadenza voleva dire solo perdere l’intero capitale. Inoltre, ne erano pieni non solo i portafogli di Lehman, ma di tutte le grandi banche americane e europee.
Una doppia botta ha ferito la SVB: startup e investitori hanno cominciato a ritirare liquidità dai depositi di SVB per la caduta in disgrazia del settore tech americano, mentre il valore dei bond in cui la liquidità era investita è sceso bruscamente per effetto del rialzo dei tassi e della stretta monetaria. Quando ha esaurito la cassa, SVB ha cominciato a vendere i bond in portafoglio per soddisfare il prosciugamento dei depositi, ma in perdita, causa il calo dei prezzi dovuto al rialzo dei tassi. Se non ci fossero stati grossi ritiri di liquidità, SVB avrebbe tenuto i bond fino a scadenza e non avrebbe subito alcuna perdita, qui sta la differenza principale con Lehman e la crisi finanziaria globale del 2008. Oggi i bilanci delle banche, grandi e piccole, in USA e in Europa, sono in ordine e con riserve abbondanti.
Le banche, americane e europee, restano un solido presidio di portafoglio, sia azionario che obbligazionario. Alla fine l’inflazione rientrerà e la stagione della stretta monetaria finirà. I temi di investimento di lungo termine restano intatti. Serve pazienza e un po’ di cash disponibile per approfittare di opportunità tattiche che, come si vede, non mancano.
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MOBILE o IMMOBILE ?

28/2/2023

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E’ l’eterna lotta tra il bene immobile e l’investimento finanziario ed è una delle principali domande che solitamente si pone il risparmiatore.
Ma quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi di un’investimento immobiliare ?
Aspetti POSITIVI :
  1. Si possiede un bene reale, su cui riesci ad avere un certo grado di controllo sulla qualità fisica anche attraverso ulteriori investimenti (di tempo e/o denaro)
  2. Ipotizzando di metterlo a rendita con un contratto di lunga durata, esso fornirà un flusso di reddito supplementare che ti aiuterà a compensare i costi di un eventuale mutuo e quelli di manutenzione.
  3. In un arco di tempo più lungo, il valore della proprietà stessa potrebbe aumentare (si spera più dell’inflazione), fornendo eventualmente un guadagno in conto di capitale in caso di vendita.

Aspetti NEGATIVI :
  1. Acquistare un immobile significa optare per un investimento significativo in un’unica asset class. Tienilo presente in ottica di diversificazione del portafoglio.
  2. Il costo finanziario del mantenimento di una proprietà può essere importante, sia in termini di manutenzione, sia di tempo per assistere il locatario.
  3. I beni reali come le proprietà immobiliari sono generalmente illiquidi, il che significa che non è possibile venderli rapidamente sui mercati secondari, a differenza delle attività finanziarie come le azioni. Qui la considerazione dell'orizzonte temporale dell'investimento è importante. Se hai bisogno in un breve lasso di tempo del denaro investito, è probabile che una proprietà immobiliare non sia la soluzione migliore.
  4. Per molti investitori l'acquisto di un immobile implicherà la richiesta di prestito a un istituto di credito. Se per qualche ragione i prezzi degli immobili dovessero scendere la tua posizione finanziaria potrebbe avere un notevole peggioramento. Se i canoni di locazione o il tasso di occupazione della proprietà dovessero calare, anche la tua capacità di onorare il debito ne risentirebbe. Inoltre, nel momento in cui scrivo, siamo in una fase di rialzo dei tassi, facendo aumentare così il costo del debito.
  5. Ricorda il diverso trattamento fiscale di una eventuale seconda casa, sia relativamente alle tasse per l’acquisto (imposta di registro al 9%, invece che al 2% nel caso della prima casa, applicato sul valore catastale dell’immobile) che a quelle annuali (Imu e Tari).
Risulta quindi evidente come non esiste una risposta univoca su dove investire il proprio denaro, la soluzione migliore sarebbe diversificare, ovvero affrontare entrambi gli investimenti, ma mi rendo conto che non sempre risulta possibile.
La risposta è dentro ciascuno di noi, in base alle nostre esigenze e soprattutto alla situazione finanziaria di ognuno.




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I 5 MOTIVI

10/2/2023

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Una domanda che a volte mi pongo è :
"perché per investire le persone dovrebbero rivolgersi a me ?"

Questi sono i 5 motivi che possono soddisfare la mia e soprattutto la vostra domanda :
1. Conoscenza e esperienza: come consulente finanziario, ho acquisito una conoscenza approfondita del mercato finanziario e dei prodotti finanziari e posso aiutare i clienti a prendere decisioni informate sui loro investimenti.
2. Obiettività: fornendo consigli indipendenti, sono in grado di aiutare i clienti a prendere decisioni finanziarie informate, senza essere influenzato da interessi o motivazioni personali.
3. Prospettive a lungo termine: come consulente finanziario, sono in grado di aiutare i clienti a sviluppare una strategia finanziaria a lungo termine che tenga conto dei loro obiettivi a lungo termine e del loro profilo di rischio.
4. Gestione del rischio: sono in grado di aiutare i clienti a comprendere i rischi associati ai loro investimenti e a identificare le opportunità per ridurre al minimo questi rischi.
5. Accesso a opportunità di investimento esclusive: come consulente finanziario, ho accesso a opportunità di investimento esclusive e posso aiutare i clienti a investire in prodotti finanziari che potrebbero non essere disponibili sul mercato aperto.
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PENSIONI......QUALE FUTURO ?

3/2/2023

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E’ un futuro previdenziale da incubo quello che ha tratteggiato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, nel rapporto annuale dell’Istituto presentato all’inizio di luglio a Roma.
Facendo due conti possiamo dedurre che in prospettiva la pensione pubblica sarà pari circa al 50% del reddito medio della vita lavorativa. Nell’intero rapporto quello che sorprende non sono tuttavia tanto le cifre delle prospettive previdenziali, ma è soprattutto una filosofia di giudizio che sembra riservare solo al sistema statale la possibilità di garantire un futuro dignitoso ai lavoratori. Troppo tardi l'Italia si è mossa facendo troppo poco per incentivare il sistema poggiato sui famosi 3 pilastri.
A fianco della previdenza pubblica, infatti, a cui spetta il compito di garantire una rendita proporzionata ai contribuiti versati e comunque non inferiore al minimo vitale, vi dovrebbero essere un secondo pilastro costituito dalla previdenza complementare e professionale, e un terzo alimentato dal risparmio privato.
Solo nel 1993, infatti, l’Italia ha varato la legge che ha istituito e regolamentato i fondi pensione, garantendo pur limitate agevolazioni fiscali e permettendo ai singoli lavoratori di utilizzare nei fondi le quote che venivano accantonate dalle aziende per il Tfr (Trattamento di fine rapporto).
Dopo trent’anni sono quasi 9 milioni i lavoratori che hanno progressivamente aderito ai fondi pensione. Pochi, in pratica solo un terzo di quanti in teoria avrebbero potuto aderire. Un risultato sostanzialmente modesto che è anche un segno della mancanza di quella educazione finanziaria di base che dovrebbe motivare le scelte di risparmio gestito di lungo periodo.
Nel concreto dovrebbe apparire del tutto naturale che la pensione pubblica copra “solo” tra i 50 e il 60% del reddito medio della vita lavorativa. La pensione complementare dovrebbe aggiungere un 25-30%. Se a queste quote aggiungiamo un 10-15% derivante dal risparmio privato (anche grazie ai piani di accumulo delle principali istituzioni finanziarie), abbiamo che negli anni della pensione il lavoratore può mantenere lo stesso livello e la stessa qualità di vita degli anni lavorativi.
Il pensiero più diffuso invece è che la pensione pubblica dovrebbe dare una garanzia pressoché totale. Non è e non sarà così. A meno di trasformare l’Inps in un grande ente di assistenza avviando lo Stato verso la bancarotta: perché sarà impossibile finanziare a lungo con il debito una spesa corrente, peraltro crescente, come quella pensionistica.
🤔RIFLETTETE🤔
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AVANTI, ORA E’ IL MOMENTO GIUSTO DI ENTRARE SUL MERCATO !…..O FORSE NO….

11/1/2023

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Indovinare il momento migliore per entrare o uscire dai mercati finanziari è da sempre una delle pratiche più esercitate e di maggiore insuccesso per l’investitore. L’ambizione di essere i primi della classe sia all’andata che al ritorno del viaggio alimenta i sogni di chi investe capitali in una perenne corsa all’oro come alla fine dell’ottocento.
E la ricerca del timing perfetto porta con sé spiacevoli conseguenze.
Qualche anno fa Peter Lynch, gestore di quel fondo Magellan che dal 1977 al 1990 realizzò una performance media annua del 29,2% , annunciò al pubblico un' esperimento che aveva compiuto personalmente per rispondere alla domanda su qual è il miglior momento per investire denaro sui mercati finanziari.
Per il periodo 1965-1995 Lynch aveva ipotizzato due tipi di investitori. Uno che avesse investito ogni anno 1000 $ durante la seduta di borsa con le quotazioni più basse. L’altro con un’investimento sempre di 1000 $, però alla quotazioni di borsa più alta dell’anno.
Il primo fortunato investitore aveva ottenuto al termine dei 30 anni un rendimento annuo composto del 11,7%. Il secondo investitore molto più sfortunato del collega aveva ottenuto un rendimento annuo composto del 10,6%. Una differenza tutto sommato modesta tra chi aveva preso il meglio delle quotazioni di borsa e chi il peggio. Se un terzo investitore avesse effettuato lo stesso esercizio, ma acquistando sistematicamente il primo giorno dell’anno, il risultato finale sarebbe stato sintetizzato da un rendimento annuo composto del 11%.

Lynch consigliò agli investitori di non spendere incredibili quantità di energie mentali per ricercare il timing migliore di ingresso sui mercati. Tempo speso inutilmente alla ricerca di un qualcosa che, la semplice sistematicità dell’esercizio, avvicinerebbe e di parecchio al risultato ottimale.
Considerando che è praticamente impossibile acquistare (e prevedere) sui minimi dell’anno in maniera sistematica e, considerando che è altrettanto impossibile acquistare sui massimi, il senso e soprattutto la morale di questo esercizio è molto semplice.

Fate quello che volete, ma l’importante è investire con metodo, seguendo un piano ben preciso.
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Ripetere con metodo lo stesso esercizio si rivela vincente nel lungo periodo
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NE VALE LA PENA ?

9/1/2023

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Fare previsioni sui mercati è una cosa che lascio fare volentieri ai sedicenti analisti o strateghi del settore finanziario (l’ultimo mio post trattava di questo).
Oggi voglio soffermarmi sul come i nostri investimenti influiscono sulla componente psicologica, soprattutto nelle fasi negative di mercato.
A tal proposito vorrei condividere con voi 3 concetti fondamentali espressi da Sarah Newcomb, economista comportamentale di Morningstar, che ritengo di estrema importanza.

1. “Ricorda che il 'valore' del tuo portafoglio è sempre ipotetico fino a quando non vendi effettivamente”.

2. “Spostare denaro da investimenti rischiosi verso soluzioni più prudenti, al fine di ridurre le nostre perdite, potrebbe farci sentire più al sicuro nel breve periodo, ma rischia di trasformarsi in un autogol nel lungo termine. Diversi studi mostrano che le persone che spostano i loro soldi più frequentemente tendono a sottoperformare costantemente il mercato”

3. Controllare costantemente il tuo portafoglio dopo aver subito una perdita porterà solo a ulteriore stress e, in futuro, a commettere probabilmente degli errori comportamentali”.

Soffermandoci un’attimo a riflettere, ci possiamo rendere conto di quanto siano corretti questi concetti, ma soprattutto di quanto spesso non vengano applicati, con ripercussioni su ansia e stress.

Ne vale la pena ?
Non siamo già stressati o ansiosi per la vita che quotidianamente viviamo ?

Viviamo la nostra vita e lasciamo che i nostri investimenti lavorino nel tempo.
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IL FATTORE EMOTIVO IN MATERIA DI RISPARMIO

14/12/2022

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Ragione o sentimento? L’emotività condiziona in modo rilevante le percezioni e i comportamenti degli italiani in materia di risparmio. Secondo l’Osservatorio Sara Assicurazioni, infatti, sono quasi uno su due (45%) i connazionali che dichiarano di fare fatica a controllare le reazioni emotive di fronte agli accadimenti finanziari e ai trend dei loro risparmi, trovandosi così in più casi ad agire d’impulso e senza riuscire a crearsi un quadro chiaro e informato.
Una condizione senza dubbio legata a una cultura finanziaria notoriamente non eccellente, ma che risente anche della congiuntura complessa che stiamo vivendo.
Non è un caso che per ben 8 italiani su 10 la gestione dei propri soldi e risparmi sia una vera e propria fonte di stress, che si acuisce di fronte a mercati turbolenti, così come a ridotte risorse personali o a spese ingenti.
Il barometro dell’emotività in questa fase segnala in prevalenza sensazioni di preoccupazione e incertezza (44%) e timore (16%). C’è comunque una buona quota di italiani che guarda al futuro con più tranquillità grazie alla solidità della propria situazione economica (25%).
Ma cosa farebbero i connazionali con i loro risparmi? Se più di uno su quattro (27%) non investirebbe, preferendo tenerli sul conto corrente, non manca chi si dice propenso a considerare forme di investimento. Le più gettonate sono quelle di medio-lungo periodo, dai fondi pensione (23%) alle polizze vita nella loro duplice declinazione di polizze di risparmio e accumulo (20%) e polizze che tutelano la famiglia dagli imprevisti che possono mettere a rischio il patrimonio (17%). Un ulteriore 17% degli italiani guarda con interesse al mattone.
Se un 39% farebbe da sé, la maggioranza (57%) si affiderebbe a un consulente specializzato, così da limitare il più possibile proprio il fattore emotivo e trovare la soluzione più idonea ai suoi obiettivi e alle sue disponibilità.
​E qui aggiungo che il consulente non può incidere sui rendimenti o sui cali degli investimenti fatti dai risparmiatori, a quello ci pensano i mercati, può però fungere da guida per far comprendere ai risparmiatori poco avvezzi le dinamiche della finanza, cosi da limitare il fattore emotivo e le possibili scelte errate nell’investire.
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ANCHE I RICCHI PIANGONO

19/8/2022

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​Perdita di 174 mld di dollari in 6 mesi per il fondo più grande al mondo.
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Il fondo sovrano norvegese gestito da Norges Bank, la Banca centrale norvegese, dopo aver messo a segno lo scorso anno il suo secondo miglior risultato di sempre con un rendimento del 14,5% pari a 1.580 miliardi di corone norvegesi (158,5 miliardi di euro), in sei mesi ha cancellato quasi interamente i guadagni del 2021.
Infatti, il fondo da oltre 1100 miliardi di dollari di asset ha accusato la sua maggior perdita in un semestre: -174 miliardi di dollari (171,2 miliardi di euro al cambio attuale) con un rendimento negativo del 14,4%.
Il valore di mercato del fondo è diminuito di 1.680 miliardi di corone a 11.657 miliardi di corone nei primi sei mesi dell'anno. Tutti i settori su cui ha investito hanno accusato perdite, ad eccezione di quello dell'energia (+13%) grazie al rally delle materie prime (petrolio e gas in primis) in seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Gli investimenti in azioni sono scesi del 17%". Inoltre, i titoli tecnologici hanno avuto una performance "particolarmente negativa", -28%.
Considerando anche che il ritorno sugli investimenti nel reddito fisso è stato pari al -9,3%.

ATTENZIONE !

Questo significa che è il mercato che fa i rendimenti, positivi o negativi che siano, non i consulenti come spesso si crede. Ma allora a cosa servono i consulenti vi domanderete. La figura del consulente deve essere vista in un’ottica più ampia, non solo sui rendimenti, questa è una piccola parte, il consulente deve essere una sorta di “numero verde di assistenza” a disposizione del cliente per poter risolvere, nel limite del possibile, con risposte certe e rapide, qualunque esigenza che riguardi l’aspetto finanziario del cliente stesso, compreso l’aspetto tecnologico oggi così preponderante.

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