![]() Per Consob la pianificazione finanziaria è ancora poco diffusa tra le famiglie italiane: solo il 6% nel 2021. Gli italiani hanno un problema di educazione finanziaria che si riflette nelle loro scelte di risparmio e di pianificazione. Una buona educazione insieme all’innovazione tecnologica e alla consulenza è la ricetta della Consob per trasformare i risparmiatori in investitori. La pianificazione finanziaria rimane poco diffusa tra le famiglie italiane, che in massima parte continuano a far fronte alle proprie esigenze in una logica di brevissimo termine, a mano a mano che si presentano i fabbisogni legati alle varie fasi della vita. È quanto emerge dal seminario della Consob “Pianificazione finanziaria. Conoscenze, attitudine e comportamenti degli investitori italiani”, che ha approfondito alcuni aspetti dell’ottavo Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, presentato il 26 gennaio scorso. “La pianificazione finanziaria rimane poco diffusa tra gli italiani – ha osservato il Commissario Consob, Carlo Comporti, in apertura dei lavori -. Questo, ha aggiunto, da una parte “aumenta la vulnerabilità delle famiglie, ossia il rischio di non essere in grado di fronteggiare spese impreviste” e dall’altra “immobilizza il risparmio degli italiani in impieghi non produttivi, riducendo di conseguenza il trasferimento di ricchezza verso l’economia reale”. La situazione, ha concluso Comporti, può migliorare, facendo leva sull’educazione finanziaria, sull’innovazione tecnologica, che può dare maggiore consapevolezza su entrate e uscite di un bilancio familiare, e sulla consulenza professionale orientata anche alla pianificazione. Un risparmiatore con una buona educazione finanziaria sarà anche un investitore più consapevole e quindi più preparato a intraprendere i primi passi verso l’allocazione del proprio risparmio nei vari strumenti finanziari a disposizione. L’educazione finanziaria dovrebbe essere una priorità nelle scuole, per permettere ai giovani di acquisire una maggiore consapevolezza sulle entrate e uscite di un bilancio famigliare. L’innovazione tecnologica, invece, può aiutare le famiglie a gestire al meglio il proprio denaro, fornendo strumenti per il monitoraggio dei propri conti e la pianificazione degli investimenti. Infine, la consulenza professionale può essere un valido supporto per coloro che non hanno la conoscenza o l’esperienza necessaria per gestire il proprio patrimonio. La pianificazione finanziaria è una pratica fondamentale per proteggere il proprio futuro e quello della propria famiglia. In un mondo in cui le incertezze sono sempre più frequenti, avere una visione di lungo termine è l’unica strada per garantirsi una stabilità economica e finanziaria. ![]()
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Sentiamo sempre più spesso parlare di investimenti ESG, ma cosa significa ESG ?
L’acronimo ESG sta per Environmental (ambientale), Social (sociale), e Governance (governo societario). Mi spiego meglio…..i fattori di tipo ambientale riguardano l'esigenza di favorire processi produttivi meno energivori e con minore impatto sull'ambiente; i fattori di sostenibilità sociale si riferiscono alle relazioni di lavoro, all'inclusione, al benessere della collettività nonché al rispetto dei diritti umani; infine i fattori di governo societario riguardano il rispetto di politiche di diversità nella composizione degli organi di amministrazione delle imprese, la presenza di consiglieri indipendenti o le modalità di remunerazione dei dirigenti, elementi che hanno un ruolo centrale nell'assicurare che gli aspetti di tipo sociale e ambientale vengano considerati nelle decisioni delle imprese e delle organizzazioni. I fattori di tipo ambientale, sociale e di governo societario sono quei fattori che qualificano una attività come sostenibile. Nelle decisioni di investimento tenere in considerazione fattori ESG significa indirizzare capitali, i propri risparmi, verso imprese e progetti considerati sostenibili cioè, ad esempio, che rispettano l'ambiente, sono attente all'inclusione e al benessere dei lavoratori, favoriscono le presenza di donne negli organi di amministrazione. Sempre più clienti mi chiedono soluzioni d'investimento ESG, decidere ciò significa investire in una finanza più sostenibile. Come spesso mi capita di dire, la diversificazione, è il pilastro fondamentale nella costruzione di un portafoglio.
Non è la soluzione definitiva, esistono altre accortezze da mettere in campo, ma ha una rilevanza molto importante per far si che in situazioni negative di mercato il portafoglio non subisca cali rilevanti . La mancanza di educazione finanziaria di gran parte dei risparmiatori, induce molti operatori del settore come consulenti, ma soprattutto banche, a costruire portafogli con all’interno dieci, quindici addirittura venti fondi diversi, spacciando al cliente la tesi che più fondi ci sono all’interno del portafoglio, più questo è diversificato. Alcuni poi inseriscono nei portafogli più case di gestione facendo credere in una diversificazione ancora più “diversificata”. Questo è inutile. Un portafoglio ben diversificato lo si può costruire con un numero molto esiguo di fondi, in quanto questi sono già per loro natura diversificati. Per assurdo, un portafoglio può contenere anche solo 3 fondi ed essere già discretamente diversificato. Un fondo AZIONARIO GLOBALE, uno OBBLIGAZIONARIO GLOBALE e uno sulle MATERIE PRIME, più della liquidità…..punto ! Ho chiaramente estremizzato e ci sarebbe molto altro da dire sulla diversificazione, ma come a volte mi è capitato di vedere, certi portafogli con all’interno decine e decine di fondi, sono tutt’altro che diversificati, ma…..il cliente non lo sa. Date un’occhiata ai vostri portafogli !!! Vediamo quanti soldi si possono regalare a un figlio con bonifico.
Prima di questo è però necessario un chiarimento. Il fatto di effettuare un bonifico sul conto di un’altra persona per puro scopo di generosità costituisce una donazione. La donazione tramite bonifico sul conto corrente può essere di due tipi:
Non esistono limiti quantitativi alla possibilità di donare denaro al proprio figlio. Un padre potrebbe pertanto regalare al figlio anche cifre particolarmente elevate (ad esempio 500mila euro) senza rischiare nulla. Questo di norma, se l’importo è “modico” rispetto alle condizioni economiche del donante e del donatario (nel senso che non impoverisce troppo il primo e non arricchisce eccessivamente il secondo). Il donante dovrà tutt’al più evitare di non ledere le quote di legittima previste dalla legge in favore degli altri eredi legittimari (coniuge, figli o in assenza dei figli, i genitori). Questi ultimi infatti, alla sua morte (e mai prima), potrebbero recriminare di aver ricevuto una quota del suo patrimonio inferiore rispetto a quanto previsto dalla legge. Pertanto, potrebbero contestare la ripartizione dell’eredità fatta col testamento e, se ciò dovesse risultare insufficiente, anche le donazioni fatte dal de cuius quando ancora era in vita. Come si fa la donazione di denaro al figlio? Se si opta per uno strumento di pagamento tracciabile si può utilizzare l’assegno bancario o circolare. Oppure il bonifico, avendo però cura di specificare nella causale ‘Regalia in favore di… (nome e cognome del figlio)’, o ‘Contributo a favore di…’, o ‘Regalo per compleanno’, ecc. In questi casi, se il fisco effettua un controllo sul trasferimento dei soldi da genitori a figlio, di importo elevato, il figlio può tranquillamente dimostrate il bonifico ricevuto dai genitori, con importo e specifica causale che così evita controlli del Fisco ed eventuali sanzioni. Se si tratta di donazione diretta e l’importo è elevato (da valutare caso per caso, in proporzione alle condizioni economiche delle parti), è necessario l’atto notarile alla presenza di due testimoni. Se invece la donazione diretta è di modico importo, è possibile procedere direttamente al bonifico senza bisogno del notaio. Se si tratta di donazione indiretta, non è mai necessario l’atto notarile, tuttavia è bene chiarire nella causale lo scopo per cui viene effettuata la donazione, come accennato sopra. Va precisato, però, che finora l’Agenzia delle Entrate non è particolarmente intervenuta sulla questione, ma per evitare problemi meglio seguire sempre i dettami di legge. Fonte : laleggepertutti Un ETF (Exchange Traded Fund) passivo e un fondo comune d'investimento sono entrambi strumenti finanziari.
La principale differenza tra i due è che un ETF viene scambiato come un'azione sul mercato, mentre un fondo comune d'investimento viene acquistato direttamente dal gestore del fondo. Questo significa che i prezzi degli ETF possono fluttuare in tempo reale durante le ore di mercato, proprio come le azioni, mentre i prezzi dei fondi comuni d'investimento vengono calcolati una volta al giorno alla chiusura del mercato. La differenza tra un ETF passivo e un fondo comune d'investimento attivo riguarda principalmente il modo in cui vengono gestiti i portafogli di investimento. Un ETF passivo segue un indice di riferimento specifico, ad esempio l'indice americano S&P 500, cercando di replicare esattamente la performance dell'indice. La gestione dell'ETF passivo è automatizzata e segue una formula predefinita per selezionare e ponderare le attività che compongono il portafoglio. D'altra parte, un fondo comune d'investimento attivo utilizza un processo di selezione e gestione attiva delle attività del portafoglio, basato sulle decisioni di un team di gestione del fondo. Questo team di esperti seleziona e gestisce le attività del fondo per cercare di superare la performance del benchmark di riferimento, come ad esempio l'indice S&P 500. In sintesi, gli ETF passivi replicano l'andamento del mercato, mentre i fondi comuni d'investimento attivi cercano di superarlo attraverso una gestione attiva del portafoglio. Una volta le notizie le leggevamo sui giornali, poi è arrivata la televisione ed infine internet.
Siamo ormai inondati di notizie, ma capire quali sono corrette e quali no, risulta sempre più difficile. Mi sto di continuo rendendo più conto, di quanto abbia preso piede il “clickbait”, ma vi chiederete ….cosa diavolo è questo clickbait ? Wikipedia lo descrive così : “è un termine che indica un contenuto web la cui principale funzione è di attirare il maggior numero possibile di internauti. Generalmente il clickbait si avvale di titoli accattivanti e sensazionalisti che incitano l'utente a cliccare, facendo leva sull'aspetto emozionale di chi vi accede.” Ma i titoli sensazionalistici non li troviamo solo su internet, anche le varie testate giornalistiche di tv e giornali enfatizzano le notizie con titoloni attira lettori, soprattutto se sono negative. Un’esempio ? “Allarme a Milano : è la terza città più inquinata del mondo” Ma è veramente cosi ? Quando questa notizia ha cominciato a girare in rete il 21 marzo non c'è stato modo di frenarla: testate italiane generaliste si sono lanciate a capofitto su un titolo accattivante. Questa notizia è falsa. O meglio, è rappresentata in modo sbagliato. Ma la rappresentazione oggi giorno, data da un titolo e un'attenzione pubblica sempre più bassa (anche a causa dell'eccessivo numero di notizie o pseudo-tali) può trasformare una verità plausibile in un dato di fatto. Il 21 marzo il ranking di IQAir, società svizzera che si occupa di tecnologie per contrastare l'inquinamento dell'aria, indicava Milano come la terza città al mondo con la peggiore qualità dell'aria. Si tratta di una classifica aggiornata quotidianamente sui livelli di polveri sottili: un ranking che in effetti si usa moltissimo in tutto il mondo per aggiornamenti informativi sullo stato dell'inquinamento delle città nel mondo. Già il fatto che la classifica cambi ogni giorno, mostra la sua relativa affidabilità. In realtà l'inglorioso riconoscimento si riferisce alla classifica di un'azienda, che non si basa su metodi scientifici riconosciuti, e a un solo giorno. Ciò non toglie che l'aria a Milano sia di pessima qualità Provate a pensare quindi a quante notizie presentate in modo sbagliato riguardano, borsa, finanza, mercati, economia. Attenzione dunque, è proprio in questi casi che affidarsi ad un consulente competente da un valore aggiunto. ![]() Oggi riporto l’interessante articolo (tradotto), scritto da Ben Carlson sul sito “A wealth of common sense”. Ben Carlson è il direttore delle gestioni patrimoniali istituzionali presso Ritholtz Wealth Management, dove crea piani di investimento dettagliati e gestisce portafogli per istituzioni e privati. E’ autore di quattro libri su risparmio, investimento e denaro . Nel 2017 è stato inserito dalla rivista americana "InvestmentNews” nell'elenco dei migliori 40 consulenti finanziari sotto i 40 anni negli Stati Uniti. Ben scrive : “L'ultimo nuovo massimo storico per l'S&P 500 è stato il 3 gennaio 2022. Ciò significa che sono passati quasi 450 giorni da quando abbiamo registrato nuovi massimi nel mercato azionario. Sembra tanto tempo. Ma sulla base della storia dei mercati ribassisti, non è poi così lungo. Potrebbe volerci un po' prima di raggiungere di nuovo nuovi massimi, se usiamo la storia come guida. Ho esaminato ogni mercato ribassista a partire dal 1950 per vedere quanto tempo ci è voluto perché il mercato raggiungesse nuovi massimi storici dal picco precedente. In questa tabella, esamino i ribassi per ciascun mercato ribassista, il numero di giorni necessari per passare dal picco al minimo e il numero di giorni per passare dal picco precedente al nuovo ma massimo. Peak : massimi di mercato Trough : minimi di mercato % Decline : % di calo Peak to Trough : numero di giorni intercorsi tra il punto massimo e il punto minimo Next All-time High : nuovo massimo storico Number of days to New Highs : numero di giorni trascorsi tra il vecchio massimo storico e il nuovo Se includiamo l'attuale mercato ribassista, il calo medio, dal picco al minimo è una perdita di poco inferiore al 35%. Il numero medio di giorni per passare dal picco al minimo è 381, quindi poco più di un anno. Il numero medio di giorni per passare dal picco precedente ai nuovi massimi storici è di 1.166 giorni o più di 3 anni. Il viaggio di andata e ritorno più breve da un picco all'altro è stato il crollo del Covid nel marzo 2020. Abbiamo visto nuovi massimi in 6 mesi. Prima di quella fionda di un mercato ribassista, il periodo di tempo più breve per vedere di nuovo nuovi massimi era di 436 giorni nel 1950. Quindi può volerci del tempo per riprendersi completamente da un mercato ribassista Non so quanto tempo ci vorrà, ma non è insolito che il mercato azionario ti faccia sentire malissimo su base regolare. Uno dei miei grafici preferiti del mercato azionario a lungo termine e mostra il tasso di guadagno storico su vari orizzonti temporali.
Storicamente parlando, più lungo è il tuo orizzonte temporale, maggiori sono le tue possibilità di vedere rendimenti positivi. Su base giornaliera, il tasso di guadagno storico è solo del 55% circa, il che significa che il 45% di tutti i giorni di negoziazione sono stati perdite. E solo il 5% di tutti i giorni di negoziazione si è chiuso a nuovi massimi storici. Fondamentalmente, più spesso guardi i tuoi investimenti nel mercato azionario, peggio ti sentirai dal momento che passiamo così tanto tempo in uno stato di mercato negativo. Il termine finanziario comportamentale di Richard Thaler per questo fenomeno è : avversione alla perdita. L'avversione alla perdita è l'idea che le perdite facciano male il doppio dei guadagni che ci fanno sentire bene. E la miopia è l'idea che più frequentemente guardi il tuo portafoglio, più è probabile che tu provi la puntura dell'avversione alla perdita. Più guardi il tuo portafoglio, peggio ti sentirai riguardo alla tua performance. E meno guardi, più spesso vedrai i guadagni nel tempo. Inoltre, non è che prestare maggiore attenzione al tuo portafoglio garantirà risultati migliori. Per la maggior parte degli investitori, prestare maggiore attenzione può portare a più errori perché quella avversione alla perdita ti tenta ad apportare più modifiche al tuo portafoglio, il che può portare a più errori dalle tue emozioni. Non è facile ignorare i tuoi investimenti o il mercato azionario di questi tempi. Le informazioni sono ovunque, ma meno li guardi, meglio ti sentirai riguardo alla tua performance." Che ne dite di seguire i suggerimenti di Ben e sorvolare su tutte le notizie finanziarie, spesso poco precise, che ci propinano quotidianamente i media e guardare più in la nel tempo ? Investire significa programmare per il lungo periodo. Non si può determinare il momento giusto per investire, quindi non è corretto valutare un investimento nel giro di pochi anni. Le fasi economiche positive o negative possono durare anni.
L'MSCI World Index è un indice azionario globale che segue le performance di circa 1.650 società quotate in 23 paesi sviluppati e rappresenta l’85% della capitalizzazione di mercato globale, ed è utilizzato come punto di riferimento. Nel grafico, la linea blu rappresenta proprio quest’indice, mentre le linee rosse verticali indicano gli esempi temporali di potenziali investimenti effettuati. Dal grafico si evince che, ad esempio, un investimento fatto a marzo 2008 ha subito un forte calo nell'immediato a causa della crisi delle banche, ma nell'arco dei successivi 4 anni ha recuperato tutto il suo valore. Lo stesso vale per gli investimenti fatti nel 2013, 2015, 2018 e 2020, con tempi di recupero inferiori. Oggi, attendiamo il recupero degli investimenti effettuati all'inizio del 2022 una volta che l'inflazione e i tassi si saranno normalizzati e la guerra in Ucraina sarà finita. Tuttavia, questi non sono eventi che richiedono poco tempo per riordinarsi, quindi non ha senso guardare quotidianamente l'investimento fatto, soprattutto se non abbiamo bisogno di disinvestire. In questa fase di rialzo dei tassi, molte persone non si capacitano di come il valore delle obbligazioni o dei titoli di stato che hanno in portafoglio, possa essere diminuito.
L’errore che generalmente i risparmiatori fanno, è quello di considerare esclusivamente solo uno dei due parametri che caratterizzano i titoli obbligazionari, ovvero il tasso d’interesse, escludendo totalmente la variabile prezzo. L’immagine comune di “titoli sicuri” attribuita a questa tipologia di titoli, escludendo il rischio emittente, può essere corretta ad una condizione, che si mantenga l’investimento fatto fino a scadenza. In questo periodo storico, come detto, stiamo assistendo ad un’ innalzamento costante dei tassi da parte delle varie banche centrali per cercare di frenare l’inflazione e questo sta impattando negativamente sui titoli a reddito fisso. Quando le banche centrali aumentano i tassi di interesse, i vecchi titoli diventano meno attraenti rispetto ai nuovi, emessi a tassi di interesse più elevati. Questo fa sì che il prezzo dei vecchi titoli scenda sul mercato, poiché gli investitori preferiscono acquistare i nuovi con un tasso di interesse più alto. Più la vita del titolo è lunga, più saranno ampie le variazioni del prezzo. Quindi, se abbiamo acquistato un titolo obbligazionario in collocamento, ovvero alla sua nascita e lo manteniamo fino a scadenza saremo sicuri di riprenderci il nostro capitale, ma se siamo nella necessità di venderli prima della scadenza, saremo costretti a svenderli realizzando un’ importo inferiore rispetto a quanto speso, almeno in questo periodo di tassi crescenti. L’esatto contrario capita durante la fase di diminuzione dei tassi. Concetto spiegato in modo estremamente sintetico. Sostanzialmente i fattori sono tre :
- La pandemia - Le banche centrali - La guerra in Ucraina La pandemia aveva di fatto rallentato se non quasi fermato l’economia globale, ovvero la domanda di beni e servizi si era azzerata. I “produttori” avevano smesso di offrire e spesso senza aver fatto scorte di magazzino. Nel momento in cui tutto è ripartito, il boom di domanda ha superato di gran lunga l’offerta, spingendo cosi l’inflazione verso livelli che non si vedevano da anni. Le banche centrali hanno favorito, con la “vendita” del denaro praticamente a costo zero, questi alti livelli inflattivi. E’ poi arrivata la guerra, col problema del gas e petrolio russi; anche qui l’embargo ha eliminato la Russia come mercato fornitore di materie prime, perlomeno per quanto riguarda l’Europa, questo ha portato nelle prime fasi ad un’aumento significativo del prezzo del gas, arrivato ad un massimo di 345,7 Euro al megawattora (tornato oggi nel momento in cui scrivo a 44 Euro). Cosa fare quindi per combattere l’inflazione e cercare di farla scendere a livelli considerati accettabili ? Innalzare i tassi !! Le banche centrali hanno quindi iniziato una politica di innalzamento dei tassi, nel tentativo di raffreddare l’inflazione, ma questo ha contribuito alla discesa dei mercati sia azionari che obbligazionari. Perchè entrambi gli asset stanno patendo questa situazione ? Per quanto riguarda il mercato azionario, le aziende che prima erano indebitate presso le banche, pagando tassi irrisori, ora si trovano a pagare tassi più alti di 3/4 volte, con un’evidente probabilità di utili inferiori. Per il mercato obbligazionario, l’aumento dei tassi ha fatto arretrare i prezzi di obbligazioni e titoli di stato, in quanto oggi vengono emessi titoli con cedole più vantaggiose, rispetto a quelli emessi quando i tassi erano vicini allo zero. Quali sono quindi le soluzioni per i risparmiatori che hanno investito e si ritrovano i portafogli con risultati ad oggi negativi ? Beh... c’è solo una certezza….ed è il tempo. Avere pazienza è fondamentale come non farsi prendere dall’ansia. Tutti vogliono risultati esaltanti, nel giro di poco tempo e senza rischiare nulla, ciò non è possibile. Se si sono costruiti piani di risparmio di lungo termine bisogna rispettarli, indipendentemente dall’andamento di economia e borse, inoltre avere una riserva di liquidità è fondamentale. Quindi calma e sangue freddo, perché come la storia insegna, tutti gli avvenimenti negativi sono prima o poi finiti. La pazienza è la virtù dei forti Ci sarebbe molto altro da dire, ma non voglio tediarvi oltre. |
AutoreAndrea Fumasi Archivio
Maggio 2023
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