In un bellissimo post scritto da Federico Malato, si spiega con chiarezza la differenza tra cosa rientra nelle mansioni di un professionista finanziario e cosa, invece, no.
Il collega in poche righe ha voluto chiarire che le mansioni di un consulente finanziario sono principalmente quelle di assistere il cliente nelle scelte d'investimento e non di prevedere il futuro. Ecco la distinzione chiara espressa dal collega : Cosa dipende da un consulente finanziario 1. Pianificazione finanziaria personalizzata – Elaborare strategie di investimento basate sugli obiettivi, il profilo di rischio e l’orizzonte temporale del cliente. 2. Scelta dei prodotti e strumenti finanziari – Selezionare strumenti adeguati e diversificati per ottimizzare il portafoglio del cliente. 3. Monitoraggio costante del portafoglio – Analizzare e aggiornare periodicamente la strategia per adattarla ai cambiamenti di mercato o agli obiettivi del cliente. 4. Consulenza e supporto emotivo – Assistere il cliente nelle decisioni durante momenti di alta volatilità o crisi, evitando decisioni impulsive. 5. Trasparenza e comunicazione – Fornire informazioni chiare su costi, rischi e opportunità legati agli investimenti. Cosa non dipende da un consulente finanziario 1. Andamento dei mercati finanziari – Nessun consulente può prevedere o controllare con certezza i trend di mercato, anche se può mitigarne gli effetti con strategie di gestione del rischio. 2. Decisioni finali del cliente – La scelta ultima spetta sempre al cliente, che può accettare o rifiutare i consigli forniti. 3. Eventi imprevedibili o macroeconomici – Crisi geopolitiche, pandemie, o altre situazioni straordinarie che influenzano i mercati. 4. Comportamenti irrazionali del cliente – Se il cliente agisce in contrasto ai consigli, l’efficacia della consulenza viene inevitabilmente compromessa. 5. Normative e tassazione – Il consulente si adatta alle normative in vigore, ma non può influire su leggi fiscali o regolamenti. L’efficacia di un consulente finanziario sta nel concentrare le proprie energie sugli aspetti sotto il suo controllo, fornendo al cliente un valore aggiunto in termini di competenza, esperienza e supporto costante.
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Gli ETF (Exchange Traded Funds) sono fondi di investimento negoziati in borsa, che replicano un indice di mercato o un paniere di asset. A differenza dei fondi comuni tradizionali, gli ETF possono essere acquistati e venduti come le azioni durante le ore di mercato.
Caratteristiche principali degli ETF:
Ecco alcune delle principali tipologie di ETF:
Vantaggi e svantaggi degli ETF. Vantaggi:
Ottobre è il mese dedicato all'educazione finanziaria, un'opportunità preziosa per migliorare la nostra comprensione delle finanze personali e promuovere una gestione consapevole delle risorse economiche.
n questo articolo, esploreremo l'importanza di questo mese, le attività principali e i benefici che ne derivano. L'importanza dell'Educazione FinanziariaL'educazione finanziaria è fondamentale per:
Le attività del MeseDurante il mese di ottobre, vengono organizzate una serie di attività per promuovere l'educazione finanziaria:
I benefici dell'Educazione FinanziariaInvestire nell'educazione finanziaria porta numerosi vantaggi, tra cui:
ConclusioneIl mese di ottobre rappresenta un'importante opportunità per riflettere sulla nostra educazione finanziaria e per migliorare le nostre competenze in questo ambito. Partecipare alle attività promosse e informarsi sulle migliori pratiche di gestione del denaro può avere un impatto significativo sulla nostra vita quotidiana e sul nostro futuro finanziario. Non sottovalutiamo l'importanza dell'educazione finanziaria: è un investimento per la nostra sicurezza e benessere economico. Una interessante ricerca effettuata da Morningstar, famosa azienda statunitense che lavora nel settore finanziario, ha portato a una domanda : Cosa motiva un investitore ad avvalersi di un consulente finanziario ? Gli analisti di Morningstar, dopo aver raccolto e analizzato i dati di 312 investitori che attualmente si avvalgono di un consulente, hanno chiesto loro di elencare i motivi per cui lo hanno assunto. La domanda era aperta e ha permesso di raccogliere i pensieri delle persone attraverso le loro parole. Poiché hanno raccolto i dati utilizzando una piattaforma di sondaggio online, le risposte erano anche meno soggette a pregiudizi di desiderabilità sociale, ossia alla nostra tendenza a rispondere a una domanda in modo conforme alle norme sociali. Nel mondo reale, quando si chiede a un investitore che cosa lo ha portato nel nostro ufficio di consulente, la sua risposta può essere influenzata da chi è presente nella stanza: noi e magari il coniuge. L'ambiente online del sondaggio di Morningstar ha eliminato questa pressione. Quando hanno chiesto alle persone perché hanno assunto i loro consulenti finanziari, le loro risposte sono state molto più fondate sul punto di vista emotivo di quanto ci si poteva aspettare. Le ragioni principali per cui affidarsi a un consulente. Il grafico qui sotto mostra le cinque ragioni più comuni per cui si assume un consulente, con ogni barra che include alcune risposte che rientrano in ciascuna categoria. Le barre sono colorate in base al fatto che la motivazione possa essere considerata emotiva o finanziaria.
Quindi, è vero che gli investitori assumono un consulente finanziario per soddisfare una specifica esigenza finanziaria, ma questa non è la motivazione dominante. Infatti, il 60% degli intervistati ha citato una ragione emotiva per assumere i propri consulenti finanziari. Ciò suggerisce che, sebbene le questioni finanziarie siano un fattore comune nelle decisioni di assunzione da parte dei clienti, vi è un aspetto aggiuntivo di fattori emotivi, come il grado di tranquillità nel prendere decisioni finanziarie e la capacità di mantenere la rotta. Poche regole, ma molto importanti da tenere in considerazione quando si decide di fare un'investimento finanziario.
Quando si considera un investimento finanziario, è importante tenere in considerazione vari fattori per assicurarsi che l'investimento sia appropriato per i propri obiettivi, la propria situazione finanziaria e il proprio grado di rischio. Ecco alcuni elementi chiave da considerare:
Quando si parla di investimenti, è fondamentale capire quale sia il proprio orizzonte temporale di investimento.
Questo perché, in base al tempo, è possibile adeguare il livello di rischio che si è disposti a sopportare e l’attesa di rendimento alla quale si ambisce. Al fattore tempo è intrinsecamente collegato il fattore “interesse”, sia esso semplice o composto: parliamo di interesse semplice quando si ha la somma algebrica degli interessi di ogni singolo anno calcolati esclusivamente sul capitale di partenza, mentre l’interesse composto è calcolato su quanto già accumulato negli anni precedenti. Nel breve termine, questo potrebbe non fare molta differenza, ma nel lungo periodo crea un divario incolmabile. Dobbiamo sempre ricordarci che il timing con cui si effettua un investimento non è decisivo, mentre lo è il tempo trascorso sul mercato: più l’orizzonte è lungo, maggiori sono le opportunità di rendimento e minore è il rischio di incorrere in fasi temporanee di negatività. Ovviamente il “lungo termine” non è la panacea di tutti i mali, ma è una variabile fondamentale da considerare in una strategia di investimento, in grado di trasformare una scelta finanziaria in un buon investimento. Pictet Negli ultimi anni molti investitori hanno abbandonato la diversificazione internazionale, o perlomeno l'hanno diminuita, per spostarsi prevalentemente sul mercato USA, in quanto dal 2009, il totale dei fondi indicizzati al mercato azionario statunitense è cresciuto di oltre il 660%, mentre il totale dei fondi indicizzati internazionali è cresciuto di circa il 180%. Si tratta di rendimenti annuali superiori al 14% annuo negli Stati Uniti rispetto a meno del 7% annuo nel resto del mondo. Ci sono buone ragioni per questo divario di performance: un settore tecnologico più grande, un dollaro forte, l’economia statunitense che ha ottenuto risultati migliori, ecc. Molti investitori presumono di non aver più bisogno di detenere assets internazionali, perché le grandi società statunitensi ottengono una discreta fetta delle vendite e degli utili all’estero, gli Stati Uniti sono in una posizione dominante nel mercato azionario globale (costituendo circa il 60% del totale come capitalizzazione di mercato), un contesto normativo più favorevole per l’innovazione e il settore tecnologico. Ma attenzione.....Non vi è alcuna garanzia che il mercato azionario statunitense replicherà nei prossimi 15 anni il successo ottenuto negli ultimi 15 anni. Sebbene il mercato azionario statunitense sia stato il chiaro vincitore negli ultimi anni, i vincitori tendono a cambiare di decennio in decennio. Diamo un’occhiata ai rendimenti totali per decennio relativamente alle varie economie sviluppate a partire dagli anni ’70: Ogni decennio ha grandi vincitori e grandi perdenti.
Il dominio degli Stati Uniti potrebbe essere un segno di un cambiamento di paradigma nei mercati globali o potrebbe essere un pregiudizio legato al passato. Non è necessario guardare troppo indietro per individuare il decennio perduto nei titoli azionari statunitensi (è successo dal 2000 al 2009). Negli anni ’70 e ’80, i titoli azionari statunitensi erano più vicini al fondo della classifica che al massimo. Mi piace la diversificazione come forma di gestione del rischio perché aiuta a evitare gli estremi. Ciò significa che non si investirà mai completamente nel rendimento migliore, ma significa anche che non si investirà mai completamente in quello peggiore. La diversificazione apre a vincitori sorprendenti. La diversificazione internazionale potrebbe non proteggere dagli anni brutti o addirittura dai cicli brutti. Ciò che dovrebbe fare è proteggere da decenni terribili. Ogni paese li ha. Anche gli Stati Uniti. L’uso della lingua inglese è ormai sempre più radicata nel mondo finanziario anche qui in Italia.
I professionisti del settore amano usare termini inglesi per descrivere la finanza. Io personalmente, come consulente finanziario, non amo molto i termini inglesi, anche se mi rendo conto che il loro utilizzo sia ormai obbligatorio. Ecco in poche parole il significato dei termini ASSET E ASSET MANAGEMENT. ASSET: È il termine generico per indicare un bene, una risorsa o un’attività patrimoniale. Prendendolo in senso molto ampio indica qualsiasi cosa che possa avere un valore economico, sia materiale che immateriale. Quando si parla di asset aziendale si intendono sia le risorse tangibili che quelle intangibili fondamentali nella vita dell’impresa in questione. ASSET-MANAGEMENT: Questa definizione racchiude tutte le attività e le tecniche di gestione degli asset di privati e società. I professionisti dell’asset management selezionano gli strumenti finanziari e creano un portafoglio per il cliente che possa raggiungere il miglior rendimento per un determinato livello di rischio. Nel caso in cui tale gestione si occupa di azioni, obbligazioni, denaro liquido, strumenti vari viene definita financial asset management, mentre abbiamo un non-financial asset management se gestisce immobili o patrimoni. La pensione, una speranza…
Col passare del tempo passeremo tutti al calcolo contributivo e l’età della pensione crescerà, con il tasso di sostituzione tra pensione e ultimo stipendio che diminuirà, con uno scalone tra il 2030 e il 2040. A oggi, secondo l’Ocse, il tasso di sostituzione italiano lordo al momento della pensione di vecchiaia è del 76,1%, vuol dire che in media oggi tutti, uomini, donne, lavoratori con alti salari o con bassi salari, in qualsiasi settore lavorino prendono di pensione il 76,1% dell’ultimo stipendio se hanno avuto una carriera continua e si ritirano a 67 anni. Tranne Grecia e Spagna che hanno un tasso di sostituzione maggiore del nostro, nel resto del mondo troviamo percentuali decisamente più basse con punte che arrivano anche al 30%. Il sistema pensionistico in Italia è molto gravoso in relazione al Pil e questo andrà sicuramente peggiorando con il passare degli anni. Ad oggi chi ha cominciato a lavorare prima del 1996 andrà in pensione con il sistema misto ovvero con un calcolo retributivo fino al 1995 e successivamente con quello contributivo. Tra il 2030 e il 2040 si “estingueranno” completamente i lavoratori che avevano cominciato la propria carriera prima del 1996 e il calcolo sarà solo contributivo per tutti. La Ragioneria di Stato ha ipotizzato che i pensionandi del futuro riceveranno solo il 59,4% dell’ultimo stipendio, sia per l’effetto dell’anticipo che del calcolo interamente contributivo. Il passaggio al sistema completamente contributivo dovrebbe essere accompagnato da una maggiore copertura previdenziale dei giovani, dando una forte spinta alla previdenza integrativa, che, per il momento, è rimasta priva di nuove agevolazioni a causa delle scarse risorse a disposizione. E’ proprio la previdenza integrativa che va sostenuta, sia da parte dello Stato con maggiori agevolazioni rispetto ad oggi (pur essendo oggi già agevolata), sia da parte dei giovani. I giovani che hanno un lavoro dovrebbero sacrificare una piccola parte del loro reddito, in favore di una futura integrazione della pensione pubblica. Mi rendo conto che è difficile da accettare per i giovani, ma il sacrificio di oggi sarà il salvagente di domani e lo dico per esperienza personale. Con il termine ESG si intendono 3 aspetti che in un futuro prossimo assumeranno sempre più importanza.
E : Environmental, ovvero l'ambiente S : Social, ovvero l’impatto e la relazione con il territorio, con le persone, con i dipendenti, i fornitori, i clienti G : Governance, ovvero i temi di una gestione aziendale ispirata a buone pratiche e a principi etici. A questo proposito anche i grandi fondi sovrani si stanno muovendo in questa direzione. Ecco cosa scrive Marco Lu su Visualcapitalist : "Con un patrimonio di 11,2 trilioni di dollari , i fondi sovrani guardano sempre più agli investimenti sostenibili man mano che la transizione energetica acquisisce maggiore slancio.I fondi sovrani sono pool di capitale gestiti dal governo, generalmente derivati da riserve in eccesso o entrate derivanti dalle esportazioni di materie prime. Sebbene gli investimenti in asset green siano aumentati in modo significativo negli ultimi anni, essi rappresentano ancora una piccola quota del patrimonio complessivo dei fondi, coprendo meno dell’1% del totale. Le risorse verdi superano quelle nere. Nel 2023, i fondi sovrani detenevano 26 miliardi di dollari in investimenti verdi, superando di oltre il doppio gli investimenti neri. Mentre le risorse verdi includono investimenti in energie rinnovabili e veicoli elettrici, le risorse nere riguardano i combustibili fossili e le risorse limitate. Quasi la metà delle attività verdi sono detenute da fondi del Golfo che stanno incanalando i proventi energetici in investimenti sostenibili. Ad esempio, un importante fondo degli Emirati Arabi Uniti ha partecipazioni nella Tata Power Renewables con sede in India, una società eolica offshore con sede in Germania e in una società solare residenziale statunitense. Nel frattempo, il fondo dell’Arabia Saudita detiene una partecipazione del 44% nella società di servizi pubblici ACWA Power, che sta lavorando per aumentare la propria capacità di idrogeno. Oltre a ciò, il fondo di Singapore sta effettuando investimenti chiave in asset sostenibili. Nel 2022, ha creato un braccio di investimenti da 5 miliardi di dollari focalizzato sulla decarbonizzazione dell’economia globale. Il governo della Nuova Zelanda, che gestisce un altro fondo leader che investe nelle energie rinnovabili, ha collaborato con BlackRock nel 2023 per lanciare un fondo da 1,2 miliardi di dollari incentrato sulle infrastrutture climatiche. Il fondo ha lo scopo di accelerare gli sforzi di decarbonizzazione del Paese in quanto mira a diventare tra i primi paesi ad avere fonti rinnovabili che alimentano il 100% del proprio sistema elettrico." |
AutoreAndrea Fumasi Archivio
Ottobre 2024
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