L’effetto degli interessi composti: Interessi sugli interessiGli interessi (o dividendi) che reinvesti nel mercato oggi, generano ulteriori interesse domani.
È per questo che i tuoi interessi genereranno altri interessi. Più gli interessi vengono reinvestiti a lungo termine, maggiore sarà l'effetto sui tuoi investimenti. L’effetto diventa ancora più potente nel corso del tempo. Se iniziate abbastanza presto, il denaro accumulato con gli interessi composti potrebbe anche superare l’ammontare che avete versato. Chi prima inizia avrà maggiori benefici nel lungo terminePrima inizi a risparmiare, più l’interesse composto riuscirà a lavorare per farti raggiungere il tuo obiettivo. È uno dei fattori più di valore, ma allo stesso tempo sottostimato che si ha quando si attua un piano d'accumulo a lungo termine. Questo perché l'effetto dell'interesse composto è quasi impercettibile in un primo momento. Maggiore è il rendimento dell’investimento, più sarà potente l’effetto degli interessi composti. Per questo è meglio reinvestire i profitti che ottenete dal mercato azionario. Anche piccoli versamenti mensili saranno sufficienti a generare un risparmio pari o superiore a 100.000 euro nel corso del tempo. I versamenti mensili sono ancor più facili e veloci quando si utilizzano i piani di accumulo. Essi vi consentono di investire regolarmente determinate somme in un paniere diversificato di titoli azionari.
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Quali sono le caratteristiche principali dei titoli emessi dal Ministero dell’Economia dello Stato Italiano ?
BOT, BTP, CCT, CCTeu, CTZ sono dei prestiti che i cittadini fanno allo stato per finanziare il debito pubblico. Su questi prestiti lo stato paga degli interessi con scadenze diverse e tassi altrettanto diversi. Anche il rimborso del “prestito” avviene a scadenze differenti. Ma andiamo nello specifico… BOT : (Buoni Ordinari del Tesoro): ): sono titoli di stato a breve durata (3, 6 oppure massimo 12 mesi). Non hanno cedola e il rendimento derivante da questo investimento é rappresentato dalla differenza tra valore di rimborso (detto valore nominale) e il prezzo di emissione (in questo caso si dice che il prezzo di emissione é “sotto la pari” in quanto spendo meno di quello che riceverò a scadenza). Spesa 98 – rimborso 100 – 2 interessi lordi. BTP (Buoni del Tesoro Poliennali): sono titoli di stato a lunga durata (3, 5, 10, 15 e addirittura a 30 anni). Pagano interessi semestrali a tasso fisso. CCT/CCTeu : (Certificati di Credito del Tesoro): I CCT sono titoli di stato a tasso variabile con la durata di 7 anni. Gli interessi vengono corrisposti con cedole posticipate semestrali indicizzate al rendimento dei BOT semestrali + un premio detto “spread”; I CCTeu sono dei nuovi titoli di stato con una scadenza medio lunga, pari a 7 anni con cedole sempre semestrali ma l’ interesse é indicizzato al tasso Euribor a 6 mesi. CTZ (Certificati del Tesoro zero coupon): sono titoli di Stato con durata di 2 anni. Come i Bot, sono senza cedola e il rendimento é interamente determinato dalla differenza tra valore di rimborso e prezzo di emissione. La tassazione sugli interessi percepiti dai sottoscrittori di questi “prestiti” è pari al 12,5%. Tutti questi titoli hanno un’elevato grado di liquidabilità in quanto possono essere venduti sul mercato in qualunque momento. Attenzione il prezzo di vendita è stabilito dal mercato stesso e non necessariamente è lo stesso prezzo che abbiamo pagato per sottoscrivere il titolo, può essere maggiore, ma anche inferiore, dipende dai momenti. Sempre più spesso si sente parlare di investimenti ESG e sempre più persone sono orientate verso investimenti di questo tipo, in quanto negli ultimi anni le questioni ambientali e di buona governance si sono fatte più evidenti.
L’evoluzione delle tematiche ESG hanno portato politica (chi più chi meno), aziende, ma sopratutto investitori ad avere un’occhio di riguardo proprio per queste tematiche. Ma cosa significa ESG ? ESG sta per Environmental cioè ambientale, Social cioè sociale e Governance cioè governo societario. Ma nello specifico ? Mi spiego meglio... I fattori di tipo ambientale riguardano l'esigenza di favorire processi produttivi meno energivori e con minore impatto sull'ambiente; I fattori di sostenibilità sociale si riferiscono alle relazioni di lavoro, all'inclusione, al benessere della collettività nonché al rispetto dei diritti umani; Infine i fattori di governo societario riguardano il rispetto di politiche di diversità nella composizione degli organi di amministrazione delle imprese, la presenza di consiglieri indipendenti o le modalità di remunerazione dei dirigenti, elementi che hanno un ruolo centrale nell'assicurare che gli aspetti di tipo sociale e ambientale vengano considerati nelle decisioni delle imprese e delle organizzazioni. Ma un’investitore come può scegliere di destinare i suoi risparmi verso criteri ESG ? Basta seguire il rating ESG, un’indice che che permette anche agli investitori di avere una maggiore comprensione della sostenibilità di una impresa e della sua esposizione a rischi collegati a problematiche ambientali, sociali o relative alla governance. Il rating ESG è costituito da una serie di fattori che permettono di esprimere una valutazione anche in merito al profilo di rischio e di performance di un investimento relazione al livello e alla tipologia di impatto di un’azienda. Il tutto in relazione alla tipologia del mercato in cui opera, alle strategie e alle iniziative progettuali che la contraddistinguono. Quando si decide di investire, non serve essere dei maghi della finanza, ma basta semplicemente evitare 5 macro errori. Si tratta di principi basilari condivisi da tutti gli esperti del settore compresi noi consulenti e che spesso vengono ribaditi all’infinito. Questo proprio perché, puntualmente, l’istinto porta gli investitori a cadere nelle stesse trappole.
1. NON DIVERSIFICARE Mettere tutte le uova nello stesso paniere amplifica i rischi e non permette una corretta gestione del risparmio. E’ necessario bilanciare il proprio portafogli in classi di attività differenti (azioni, obbligazioni, valute, materie prime, eccetera) puntando su settori variegati. In questo modo, quando alcune classi di attività come le azioni vanno male, la perdita potrà essere compensata da altri investimenti che tendono ad andare bene nelle medesime circostanze. 2. INVESTIRE SPINTI DALLA MODA DEL MOMENTO La paura di mancare l’investimento del secolo e la tendenza a farsi influenzare dalle ultime mode può produrre errori clamorosi. Raramente cavalcare l’euforia di una bolla che si gonfia è una buona idea. 3. NON RAGIONARE A LUNGO TERMINE L’investitore facoltoso è meno interessato ai guadagni di breve periodo e punta a creare ricchezza con lungimiranza. Pianificare per i prossimi decenni è un esercizio che aiuta investire con degli obiettivi in mente e a rapportarsi in modo più lucido alla sfida. 4. FARSI PRENDERE DAL PANICO Resistere alle intemperie dei mercati può essere quasi impossibile. Se i titoli crollano, vendere “concretizza” la perdita: per questo disporre di sufficiente liquidità per affrontare il mercato “orso” è fondamentale. Essere costretti a vendere nel momento sbagliato, perché non esistono alternative, è una situazione da evitare. 5. FARE TUTTO DA SOLI I possessori di grandi patrimoni raramente gestiscono tutto in proprio: un “buon consulente”, inoltre, “è anche un modo per mitigare lo stress”. Un consulente finanziario permette di ridurre i rischi e le perdite quando i mercati soffrono. Il prezzo da pagare per questa esperienza viene spesso più che bilanciato nel lungo periodo. Negli ultimi anni, sempre più persone hanno investito in un fondo di investimento.
Tuttavia, con così tante opzioni disponibili sul mercato, è fondamentale capire come determinare se un fondo di investimento è sicuro prima di investirci. Ma prima vediamo cosa è un fondo d’investimento. Cos’è un fondo di investimento. Un fondo di investimento è uno strumento finanziario simile a un grande salvadanaio, dove confluiscono le risorse di piccoli e grandi risparmiatori. È gestito da una casa di gestione , che investe in diverse asset class. Acquistando quote di un fondo, i risparmi sono investiti in centinaia di società, rendendo il sottoscrittore meno dipendente dal successo o fallimento di una singola azienda, e creando un portafoglio diversificato. 6 consigli per verificare se il fondo di investimento è sicuro 1. Verifica la reputazione della società di gestione. Assicurati di fare ricerche sulla società che gestisce il fondo e di controllare la sua storia, la sua esperienza e la sua reputazione nel settore. 2. Esamina il rendimento storico del fondo. Analizza le performance passate del fondo e guarda se ha raggiunto obiettivi di rendimento consistenti nel tempo. Fermo restando che le performance passate non sono indicazione o garanzia di rendimenti futuri, tuttavia possono darti qualche indizio sulla solidità del fondo. 3. Controlla i costi e le commissioni Prima di investire, assicurati di comprendere completamente quali sono le spese associate al fondo. Ci possono essere costi di gestione, commissioni di sottoscrizione, commissioni di performance, commissioni di uscita, e così via. Assicurati che queste spese siano trasparenti e che siano nella norma per il settore. 4. Valuta la diversificazione del portafoglio del fondo. Un fondo sicuro sarà generalmente ben diversificato, cioè avrà investimenti in diverse classi di attività, settori e regioni geografiche. La diversificazione aiuta a ridurre il rischio attraverso la distribuzione degli investimenti su più asset class, paesi, settori e a una migliore gestione del rischio. 5. Controlla se il fondo è regolamentato e autorizzato Assicurati che il fondo sia autorizzato e regolamentato dalla giurisdizione competente, come Consob in Italia o la CSSF, la Consob lussemburghese. La regolamentazione offre una protezione aggiuntiva agli investitori. 6. Leggi attentamente il prospetto d’offerta. È importante leggere attentamente la scheda prodotto, in cui si descrivono gli obiettivi di investimento del fondo, i rischi associati, i costi, le strategie di gestione e le politiche di distribuzione dei rendimenti. Questo documento offre informazioni fondamentali per valutare se il prodotto è adatto alle tue esigenze e al tuo livello di rischio. In conclusione, capire se un fondo di investimento è sicuro richiede un po’ di ricerca e valutazione. In ogni caso, ricorda sempre di consultare un consulente finanziario prima di prendere qualsiasi decisione di investimento. Se hai a disposizione del denaro extra, investire può aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi finanziari, sia che si tratti di guadagnare di più ora o di risparmiare soldi per andare in pensione prima.
L’aumento annuale dei prezzi (inflazione) comporta una notevole perdita di valore per il nostro denaro. Per fare fronte a questa situazione dovremmo provvedere a incrementare i nostri risparmi e a investire denaro. Fatta questa premessa, può essere difficile orientarsi nel mondo del risparmio e degli investimenti. Le opzioni sono tante, e le domande pure. Per aiutarti a prendere una decisione consapevole, ti consiglio di seguire questa semplice guida completa agli investimenti: ecco tutto quello che devi sapere prima di iniziare a investire. Qual è la differenza tra risparmiare e investire? Con il termine risparmio ci si riferisce generalmente all’azione di mettere da parte del denaro e non spenderlo nell’immediato per l’acquisto di beni e servizi. In caso di fallimento della banca in cui sono depositati i soldi, le somme fino a 100.000 euro nei conti correnti e nei conti deposito (interessi inclusi) sono protette, quindi rimborsate, dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Nel tempo, tuttavia, il potere d’acquisto del denaro conservato nel conto sarà eroso dall’inflazione. Investire significa impiegare del capitale in una o più attività, dal mercato azionario a quello immobiliare. È diverso dal risparmio a causa dell’incertezza sulla quantità di denaro che otterrai al momento della vendita del bene. Il valore dell’investimento potrebbe aumentare, ma rischi anche di subire una perdita se devi vendere l’investimento a un prezzo inferiore rispetto a quanto hai pagato. Allora perché alcune persone scelgono di investire piuttosto che risparmiare i propri soldi? I motivi sono almeno tre:
![]() Per Consob la pianificazione finanziaria è ancora poco diffusa tra le famiglie italiane: solo il 6% nel 2021. Gli italiani hanno un problema di educazione finanziaria che si riflette nelle loro scelte di risparmio e di pianificazione. Una buona educazione insieme all’innovazione tecnologica e alla consulenza è la ricetta della Consob per trasformare i risparmiatori in investitori. La pianificazione finanziaria rimane poco diffusa tra le famiglie italiane, che in massima parte continuano a far fronte alle proprie esigenze in una logica di brevissimo termine, a mano a mano che si presentano i fabbisogni legati alle varie fasi della vita. È quanto emerge dal seminario della Consob “Pianificazione finanziaria. Conoscenze, attitudine e comportamenti degli investitori italiani”, che ha approfondito alcuni aspetti dell’ottavo Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, presentato il 26 gennaio scorso. “La pianificazione finanziaria rimane poco diffusa tra gli italiani – ha osservato il Commissario Consob, Carlo Comporti, in apertura dei lavori -. Questo, ha aggiunto, da una parte “aumenta la vulnerabilità delle famiglie, ossia il rischio di non essere in grado di fronteggiare spese impreviste” e dall’altra “immobilizza il risparmio degli italiani in impieghi non produttivi, riducendo di conseguenza il trasferimento di ricchezza verso l’economia reale”. La situazione, ha concluso Comporti, può migliorare, facendo leva sull’educazione finanziaria, sull’innovazione tecnologica, che può dare maggiore consapevolezza su entrate e uscite di un bilancio familiare, e sulla consulenza professionale orientata anche alla pianificazione. Un risparmiatore con una buona educazione finanziaria sarà anche un investitore più consapevole e quindi più preparato a intraprendere i primi passi verso l’allocazione del proprio risparmio nei vari strumenti finanziari a disposizione. L’educazione finanziaria dovrebbe essere una priorità nelle scuole, per permettere ai giovani di acquisire una maggiore consapevolezza sulle entrate e uscite di un bilancio famigliare. L’innovazione tecnologica, invece, può aiutare le famiglie a gestire al meglio il proprio denaro, fornendo strumenti per il monitoraggio dei propri conti e la pianificazione degli investimenti. Infine, la consulenza professionale può essere un valido supporto per coloro che non hanno la conoscenza o l’esperienza necessaria per gestire il proprio patrimonio. La pianificazione finanziaria è una pratica fondamentale per proteggere il proprio futuro e quello della propria famiglia. In un mondo in cui le incertezze sono sempre più frequenti, avere una visione di lungo termine è l’unica strada per garantirsi una stabilità economica e finanziaria. ![]()
Come spesso mi capita di dire, la diversificazione, è il pilastro fondamentale nella costruzione di un portafoglio.
Non è la soluzione definitiva, esistono altre accortezze da mettere in campo, ma ha una rilevanza molto importante per far si che in situazioni negative di mercato il portafoglio non subisca cali rilevanti . La mancanza di educazione finanziaria di gran parte dei risparmiatori, induce molti operatori del settore come consulenti, ma soprattutto banche, a costruire portafogli con all’interno dieci, quindici addirittura venti fondi diversi, spacciando al cliente la tesi che più fondi ci sono all’interno del portafoglio, più questo è diversificato. Alcuni poi inseriscono nei portafogli più case di gestione facendo credere in una diversificazione ancora più “diversificata”. Questo è inutile. Un portafoglio ben diversificato lo si può costruire con un numero molto esiguo di fondi, in quanto questi sono già per loro natura diversificati. Per assurdo, un portafoglio può contenere anche solo 3 fondi ed essere già discretamente diversificato. Un fondo AZIONARIO GLOBALE, uno OBBLIGAZIONARIO GLOBALE e uno sulle MATERIE PRIME, più della liquidità…..punto ! Ho chiaramente estremizzato e ci sarebbe molto altro da dire sulla diversificazione, ma come a volte mi è capitato di vedere, certi portafogli con all’interno decine e decine di fondi, sono tutt’altro che diversificati, ma…..il cliente non lo sa. Date un’occhiata ai vostri portafogli !!! Vediamo quanti soldi si possono regalare a un figlio con bonifico.
Prima di questo è però necessario un chiarimento. Il fatto di effettuare un bonifico sul conto di un’altra persona per puro scopo di generosità costituisce una donazione. La donazione tramite bonifico sul conto corrente può essere di due tipi:
Non esistono limiti quantitativi alla possibilità di donare denaro al proprio figlio. Un padre potrebbe pertanto regalare al figlio anche cifre particolarmente elevate (ad esempio 500mila euro) senza rischiare nulla. Questo di norma, se l’importo è “modico” rispetto alle condizioni economiche del donante e del donatario (nel senso che non impoverisce troppo il primo e non arricchisce eccessivamente il secondo). Il donante dovrà tutt’al più evitare di non ledere le quote di legittima previste dalla legge in favore degli altri eredi legittimari (coniuge, figli o in assenza dei figli, i genitori). Questi ultimi infatti, alla sua morte (e mai prima), potrebbero recriminare di aver ricevuto una quota del suo patrimonio inferiore rispetto a quanto previsto dalla legge. Pertanto, potrebbero contestare la ripartizione dell’eredità fatta col testamento e, se ciò dovesse risultare insufficiente, anche le donazioni fatte dal de cuius quando ancora era in vita. Come si fa la donazione di denaro al figlio? Se si opta per uno strumento di pagamento tracciabile si può utilizzare l’assegno bancario o circolare. Oppure il bonifico, avendo però cura di specificare nella causale ‘Regalia in favore di… (nome e cognome del figlio)’, o ‘Contributo a favore di…’, o ‘Regalo per compleanno’, ecc. In questi casi, se il fisco effettua un controllo sul trasferimento dei soldi da genitori a figlio, di importo elevato, il figlio può tranquillamente dimostrate il bonifico ricevuto dai genitori, con importo e specifica causale che così evita controlli del Fisco ed eventuali sanzioni. Se si tratta di donazione diretta e l’importo è elevato (da valutare caso per caso, in proporzione alle condizioni economiche delle parti), è necessario l’atto notarile alla presenza di due testimoni. Se invece la donazione diretta è di modico importo, è possibile procedere direttamente al bonifico senza bisogno del notaio. Se si tratta di donazione indiretta, non è mai necessario l’atto notarile, tuttavia è bene chiarire nella causale lo scopo per cui viene effettuata la donazione, come accennato sopra. Va precisato, però, che finora l’Agenzia delle Entrate non è particolarmente intervenuta sulla questione, ma per evitare problemi meglio seguire sempre i dettami di legge. Fonte : laleggepertutti Un ETF (Exchange Traded Fund) passivo e un fondo comune d'investimento sono entrambi strumenti finanziari.
La principale differenza tra i due è che un ETF viene scambiato come un'azione sul mercato, mentre un fondo comune d'investimento viene acquistato direttamente dal gestore del fondo. Questo significa che i prezzi degli ETF possono fluttuare in tempo reale durante le ore di mercato, proprio come le azioni, mentre i prezzi dei fondi comuni d'investimento vengono calcolati una volta al giorno alla chiusura del mercato. La differenza tra un ETF passivo e un fondo comune d'investimento attivo riguarda principalmente il modo in cui vengono gestiti i portafogli di investimento. Un ETF passivo segue un indice di riferimento specifico, ad esempio l'indice americano S&P 500, cercando di replicare esattamente la performance dell'indice. La gestione dell'ETF passivo è automatizzata e segue una formula predefinita per selezionare e ponderare le attività che compongono il portafoglio. D'altra parte, un fondo comune d'investimento attivo utilizza un processo di selezione e gestione attiva delle attività del portafoglio, basato sulle decisioni di un team di gestione del fondo. Questo team di esperti seleziona e gestisce le attività del fondo per cercare di superare la performance del benchmark di riferimento, come ad esempio l'indice S&P 500. In sintesi, gli ETF passivi replicano l'andamento del mercato, mentre i fondi comuni d'investimento attivi cercano di superarlo attraverso una gestione attiva del portafoglio. |
AutoreAndrea Fumasi Archivio
Settembre 2023
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