Investire significa programmare per il lungo periodo. Non si può determinare il momento giusto per investire, quindi non è corretto valutare un investimento nel giro di pochi anni. Le fasi economiche positive o negative possono durare anni.
L'MSCI World Index è un indice azionario globale che segue le performance di circa 1.650 società quotate in 23 paesi sviluppati e rappresenta l’85% della capitalizzazione di mercato globale, ed è utilizzato come punto di riferimento. Nel grafico, la linea blu rappresenta proprio quest’indice, mentre le linee rosse verticali indicano gli esempi temporali di potenziali investimenti effettuati. Dal grafico si evince che, ad esempio, un investimento fatto a marzo 2008 ha subito un forte calo nell'immediato a causa della crisi delle banche, ma nell'arco dei successivi 4 anni ha recuperato tutto il suo valore. Lo stesso vale per gli investimenti fatti nel 2013, 2015, 2018 e 2020, con tempi di recupero inferiori. Oggi, attendiamo il recupero degli investimenti effettuati all'inizio del 2022 una volta che l'inflazione e i tassi si saranno normalizzati e la guerra in Ucraina sarà finita. Tuttavia, questi non sono eventi che richiedono poco tempo per riordinarsi, quindi non ha senso guardare quotidianamente l'investimento fatto, soprattutto se non abbiamo bisogno di disinvestire.
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In questa fase di rialzo dei tassi, molte persone non si capacitano di come il valore delle obbligazioni o dei titoli di stato che hanno in portafoglio, possa essere diminuito.
L’errore che generalmente i risparmiatori fanno, è quello di considerare esclusivamente solo uno dei due parametri che caratterizzano i titoli obbligazionari, ovvero il tasso d’interesse, escludendo totalmente la variabile prezzo. L’immagine comune di “titoli sicuri” attribuita a questa tipologia di titoli, escludendo il rischio emittente, può essere corretta ad una condizione, che si mantenga l’investimento fatto fino a scadenza. In questo periodo storico, come detto, stiamo assistendo ad un’ innalzamento costante dei tassi da parte delle varie banche centrali per cercare di frenare l’inflazione e questo sta impattando negativamente sui titoli a reddito fisso. Quando le banche centrali aumentano i tassi di interesse, i vecchi titoli diventano meno attraenti rispetto ai nuovi, emessi a tassi di interesse più elevati. Questo fa sì che il prezzo dei vecchi titoli scenda sul mercato, poiché gli investitori preferiscono acquistare i nuovi con un tasso di interesse più alto. Più la vita del titolo è lunga, più saranno ampie le variazioni del prezzo. Quindi, se abbiamo acquistato un titolo obbligazionario in collocamento, ovvero alla sua nascita e lo manteniamo fino a scadenza saremo sicuri di riprenderci il nostro capitale, ma se siamo nella necessità di venderli prima della scadenza, saremo costretti a svenderli realizzando un’ importo inferiore rispetto a quanto speso, almeno in questo periodo di tassi crescenti. L’esatto contrario capita durante la fase di diminuzione dei tassi. Concetto spiegato in modo estremamente sintetico. La volontà di molti di accantonare regolarmente una somma di denaro per il domani, può essere soddisfatta principalmente in tre modi differenti, dove uno non esclude l’altro in quanto è diversa la finalità di ognuno. Non perdete tempo...... fissate al più presto un’appuntamento per maggiori informazioni
Andrea Fumasi Consulente Finanziario 3382305825 Molto spesso sentiamo parlare di “Asset allocation” letto su articoli di finanza o sentito da chi gestisce i nostri portafogli. Ormai con l’imperversare di molti termini anglofoni, sopratutto in campo finanziario, dobbiamo giocoforza abituarci. Letteralmente significa “Allocazione patrimoniale”, ma nel concreto di cosa si tratta ? L'asset allocation è il processo di divisione di un portafoglio di investimenti tra diverse categorie di attività, come azioni, obbligazioni e liquidità. L'obiettivo dell'asset allocation è bilanciare rischio e rendimento considerando la tolleranza di un investitore per il rischio, l'orizzonte temporale dell'investimento e gli obiettivi finanziari. Diversificando gli investimenti in diverse classi di attività, un investitore può potenzialmente ridurre l'impatto della volatilità del mercato sul proprio portafoglio. L’asset allocation in generale è suddivisa in tre ulteriori due macro categorie, ovvero essere orientata secondo due diversi approcci. In tal senso si parla correntemente di asset allocation strategica e tattica.
“Resto liquido, voglio aspettare ad investire, pensavo almeno un paio di mesi” Questa è una classica frase che spesso sento pronunciare da persone che incontro, clienti e non clienti. Potrebbero avere ragione, probabilmente conoscono cose che ignoro o forse sono in contatto telefonico diretto con Putin (Russia - guerra), Lagarde (Banca Centrale Europea - tassi) e Powell (Banca Centrale Americana - tassi), ma se così non fosse, come possono sapere che investire tra x mesi è meglio di adesso ? Investire non significa cercare di cogliere il momento più basso del mercato, perché questo è praticamente impossibile, investire significa pianificare i propri risparmi per un lungo periodo, suddividendo il patrimonio in 3 macro categorie. 1. La liquidità, per spese correnti e utilizzo nel breve termine 2. Il capitale previdenziale, per garantirsi un futuro pensionistico dignitoso 3. Il capitale di risparmio, da non guardare da non toccare, che possa lavorare nel medio-lungo periodo passando attraverso fasi negative e positive dei mercati. Ci sono poi altre sottocategorie in cui si potrebbero allocare parte dei risparmi, ma queste variano da situazione a situazione. Concludendo….non facciamo i Divini Otelma pensando di indovinare il momento giusto, prima investiremo, prima saremo contenti della nostra scelta. Non importa quanti anni hai.
In pochi ci pensano, del resto non ho tempo per farlo, ho altre cose a cui pensare, lo farò più avanti…...niente di più sbagliato. Se possiedi dei beni, è sempre una buona idea fare testamento. Ecco cinque cose importanti da tenere a mente quando scrivi le tue ultime volontà. La morte fa paura. Ma fa paura anche il pensiero che i tuoi cari possano litigare a causa della mancanza di chiarezza nel definire le tue ultime volontà. Scrivere un testamento è il modo migliore per risparmiare ai tuoi familiari altre sofferenze in un momento già difficile. Inoltre, è rassicurante sapere cosa accadrà ai tuoi effetti personali. Ecco cinque cose da tenere a mente quando si fa la stesura di un testamento. 1. Non è mai troppo presto Molti eventi importanti della vita possono farti pensare alla necessità di redigere un testamento. La proprietà della casa potrebbe portare a brutte controversie sull'eredità, meglio chiarire le cose quando si è ancora in vita. A parte l'acquisto di una casa, qualsiasi accumulo di ricchezza significativa è un ottimo motivo per fare testamento. 2. Ti sei sposato? Sposarsi è un altro grande cambiamento nelle tue relazioni interpersonali e di conseguenza nell’ordine nel quale verrà distribuita l’eredità. Se ci sono persone care oltre al tuo coniuge di cui vorresti prenderti cura, un testamento è l'unico modo per assicurartene. 3. Assicurati che sia valido A meno che tu non sia un esperto di diritto, dovresti avvalerti di un legale che tradurrà le tue volontà in un testo legalmente valido. Ci sono diverse tipologie di testamento. I più comuni sono quello olografo, valido se viene redatto integralmente a mano da chi fa testamento (testatore), quindi non a computer, se contiene la data (giorno mese e anno) e se è firmato dal testatore, e quello pubblico, redatto e firmato in presenza del notaio, dei testimoni e del testatore, ed è conservato dal notaio. 4. Sii preciso Non lasciare spazio all'interpretazione. Questo non significa solo nominare le persone e le istituzioni coinvolte con i loro nomi e indirizzi completi, ma include anche descrizioni accurate degli oggetti che lasci in eredità. Formule del tipo: "gioielli da distribuire equamente tra i miei figli" sono un campo minato per le relazioni familiari, poiché le interpretazioni del valore di ogni oggetto saranno inevitabilmente diverse. Quello che, invece, devi fare è descrivere con precisione ogni articolo e nominare la persona che dovrebbe riceverlo. Classificare i tuoi beni renderà questo processo più semplice e ti assicurerà di non dimenticare nulla di importante. 5. Nomina più di un esecutore Nel tuo testamento devi nominare almeno un esecutore testamentario. Può essere un caro amico o un parente, e va bene se loro sono tra i beneficiari. Il compito dell'esecutore testamentario è quello di ottenere il tuo testamento scritto e di eseguire le tue istruzioni, con tutto ciò che comporta: vendere un immobile, saldare conti, pagare le tasse e distribuire beni ai beneficiari da te indicati. Nella maggior parte dei casi, è una buona idea nominare più di un esecutore. Le relazioni cambiano, le persone muoiono e non vorrai aggiornare costantemente i dettagli delle tua volontà. Un bellissimo articolo scritto da Charlie Biello fondatore e CEO di Compound Capital Advisors.
Biello evidenzia quanto è importante controllare le emozioni quando si investe e non quello che dicono esperti e/o analisti. TRADUZIONE ARTICOLO : Mancano solo poche settimane a Capodanno e sai cosa significa: è tempo di risoluzione. Fare più esercizio fisico, mangiare più sano, perdere peso e passare più tempo con la famiglia. Queste sono tra le risoluzioni più popolari, ogni anno. Nel mondo degli investimenti, invece di propositi di fine anno si sentono spesso previsioni. Dove è diretto l'S&P 500, cosa farà la Federal Reserve e il destino dell'economia statunitense. Tutte queste cose attirano molta attenzione, ma gli investitori farebbero bene a ignorarle. Come mai? Perché raramente sono corretti, come apprendiamo anno dopo anno. Un anno fa, gli strateghi di Wall Street prevedevano un rendimento del 7,5% per l'S&P 500 nel 2022 con una crescita degli utili dell'S&P 500 del 7,9% ( 45 strateghi intervistati da Reuters ). E cosa è realmente accaduto? Al momento della stesura di questo articolo, l'S&P 500 è in calo del 18,3% da inizio anno, al ritmo del suo anno peggiore dal 2008. E gli utili sono in calo dell'11% anno su anno nel terzo trimestre. Perché prevedere cosa accadrà tra un anno è così difficile? Perché i mercati sono lungimiranti e guidati da una moltitudine di fattori, il più importante dei quali è il sentimento degli investitori. Il che significa che anche se sapessi cosa sarebbe successo con uno di quei fattori (diciamo l'economia o gli utili), non potresti dire con certezza quale sarebbe stata la reazione. Il 2020 ne è stato l'esempio perfetto, poiché il PIL reale degli Stati Uniti e gli utili dell'S&P 500 sono diminuiti mentre i prezzi delle azioni sono aumentati. Nessuno avrebbe previsto questa confluenza di eventi, che è proprio il punto. Mentre le previsioni per il 2023 si riversano, è tuo compito come investitore ignorarle. Su cosa dovresti concentrarti invece? Ecco alcune risoluzioni da considerare, non solo per il 2023, ma per tutta la vita... 1) Abbraccia il rischio Il rischio ha spesso una connotazione negativa, ma non si può ignorare il fattore positivo, senza di esso, non ci sarebbe alcuna ricompensa. Questo concetto si applica a molti aspetti della vita e sicuramente agli investimenti. Se sei un investitore a lungo termine, una certa quantità di rischio deve essere accettata se vuoi ottenere un rendimento superiore a quello del conto corrente. In anni come il 2022, quando azioni e obbligazioni stanno scendendo insieme, si è tentati di evitare ogni rischio. Ma a lungo termine, non correre abbastanza rischi può essere il rischio più grande di tutti, poiché i tuoi acquisti saranno erosi dal costante ritmo dell'inflazione. Abbraccia il rischio. 2) Gioca il gioco lungo I media sono ossessionati da ciò che sta accadendo oggi, ma come investitore a lungo termine i movimenti quotidiani del mercato sono solo rumore e non il gioco che vuoi giocare. La tua più grande risorsa è il tempo e imparare a usare quella risorsa a tuo vantaggio farà la differenza. Le probabilità di un rendimento positivo in un dato giorno di negoziazione sono appena superiori al lancio di una moneta, ma estendendo il tuo orizzonte, puoi avere sempre più fiducia nel raggiungimento di un risultato positivo. I grandi soldi negli investimenti non si fanno nelle oscillazioni a breve termine ma nelle grandi mosse. Più lungo è il tuo periodo di detenzione, maggiori saranno i tuoi potenziali rendimenti. Fai il gioco lungo. 3) Diversificare, diversificare, diversificare Se potessi prevedere il futuro, sceglieresti solo le asset class (categoria di strumenti finanziari) più performanti. Nell'ultimo decennio ciò avrebbe significato un portafoglio concentrato solo in azioni di crescita a grande capitalizzazione statunitensi, come evidenziato da :
C'è un ciclo per tutto e nel 2022 stiamo vedendo i vantaggi di possedere cose (valore, alternative, ecc.) che in precedenza erano in disgrazia. Nel mondo del reddito fisso, abbiamo assistito allo stesso, con la diversificazione in termini di minore durata (Buoni del Tesoro) e credito (Leveraged Loans) che hanno dimostrato il loro valore. Il 2023 sarà una replica del 2022? Non probabile. I leader e i ritardatari nei mercati cambiano per sempre e la migliore protezione contro la nostra incapacità di prevederli è diversificare, diversificare, diversificare. 4) Concentrati su ciò che puoi controllare In qualità di investitore diversificato, non hai la possibilità di controllare i tempi o l'entità dei rendimenti. In parole povere: saranno quello che saranno. Cosa puoi controllare? Le tue abitudini e il tuo comportamento. Dal punto di vista delle abitudini, ciò significa cose semplici come vivere entro i propri mezzi, cercare di risparmiare di più quando possibile e seguire un piano di investimenti assoggettato a una rigorosa disciplina. Dal punto di vista comportamentale, ciò significa non soccombere alle due emozioni più perniciose: la paura e l'avidità. Queste due emozioni ci spingono a vendere basso e comprare alto, ancora e ancora. Di conseguenza, i rendimenti degli investitori tendono a seguire i rendimenti del fondo di un margine considerevole, noto come "divario comportamentale". Ogni anno ha prelievi. In alcuni anni sono molto più grandi di altri, ma l'unica costante è il rischio. Quando i mercati stanno scendendo, la paura può prendere il sopravvento, inducendoti ad agire (vendere). Se riesci a respingere quella paura e resistere, guadagnerai il rendimento del mercato e uscirai davanti alla maggior parte degli investitori. L'avidità non è stata un fattore importante nel 2022, ma puoi star certo che tornerà di nuovo in futuro. E quando lo fa, preparati a un diverso tipo di paura: perdere qualcosa. Come abbiamo visto con innumerevoli esempi negli ultimi due anni, agire su FOMO (“Fear of Missing Out” significa “paura di essere tagliato fuori”. Questo fenomeno è correlato con l’uso eccessivo dei social network ed è caratterizzato dal desiderio di restare continuamente connessi con quello che gli altri stanno facendo) nel bel mezzo di una mania porta spesso a risultati disastrosi. Concentrati su ciò che puoi controllare: le tue abitudini e le tue emozioni. La mia unica previsione per il 2023 Nel 2023 prevedo una cosa e una sola: vedrete molte altre sorprese. Questa è la natura dei mercati. Quanto a quali saranno le sorprese, lascia quel gioco d'ipotesi agli esperti. Rimani concentrato sui tuoi propositi e attieniti al tuo piano. Lo schema sotto indica con DD il punto più basso toccato dall' indice americano S&P 500 nell'anno e con TR il risultato alla fine dello stesso anno. E’ ormai da anni che il mondo obbligazionario non produce più rendimenti interessanti come in passato, anzi a volte i rendimenti sono addirittura negativi.
Ma l’obbligazionario è poi veramente così sicuro come molti risparmiatori erroneamente pensano ? Vediamo di dare una risposta a questa domanda. Prima di tutto vi invito a leggere cosa sono le obbligazioni. Partiamo quindi col dire che gli elementi che compongono un’obbligazione o un titolo di stato a tasso fisso , sono sostanzialmente tre : - Il prezzo - Il tasso (sto parlando ora esclusivamente di tasso FISSO) - La durata Quando si acquista un’ obbligazione/Titolo di Stato a tasso fisso in sottoscrizione, ovvero quando l’obbligazione/Titolo di Stato nasce, avremo un prezzo di 100, un tasso fisso ad esempio del 2% annuo e una durata ad esempio 5 anni, se moltiplichiamo il prezzo (100) per il numero di obbligazioni che vogliamo acquistare (es. 100) otterremo ciò che poi andremo a spendere ovvero 100 x 100 = 10.000 Euro. Durante la vita dell’obbligazione/Titolo di Stato (i 5 anni) il prezzo può oscillare, mentre il tasso resta fisso. Perchè il prezzo oscilla ? Il prezzo oscilla perchè varia col variare dei tassi d’interesse. Questo cosa significa ? Significa che nel momento in cui abbiamo dei tassi di interesse della Banca Centrale in aumento, il prezzo delle obbligazioni/Titoli di Stato tenderà a diminuire. Se invece il tasso di interesse della Banca Centrale diminuisce allora il prezzo delle obbligazioni/Titoli di Stato tenderà ad aumentare sul mercato secondario. Facciamo un esempio negativo : Oggi tassi d’interesse al 2%, obbligazione/Titolo di Stato emessa a 100 con tasso fisso 2%. Dopo un anno la Banca Centrale decide di aumentare i tassi portandoli al 3%, chiaramente le nuove emissioni saranno emesse al 3%. La domanda dunque sorge spontanea….se volessi vendere la mia obbligazione/Titolo di Stato che paga una cedola del 2%, quando i tassi sono al 3% e le nuove emissioni anch’esse al 3%, chi mai comprerebbe il mio titolo, visto che paga meno come cedola rispetto alle nuove emissioni ? Come potrei allora venderle ? Invogliando i compratori applicando uno “sconto” sul prezzo (fatto dal mercato), ovvero proponendo ad esempio 95, dai 100 a cui l’avevo acquistata. Chiaramente questo vale anche per il contrario, quando i tassi scendono il prezzo della mia obbligazione/Titolo di Stato sale, in quanto se i compratori la vogliono dovranno pagare un prezzo più alto. L’altro fattore che incide sul prezzo è la durata, più la durata dell’ obbligazione/Titolo di Stato è lunga, più le oscillazioni del prezzo saranno ampie….in negativo e naturalmente in positivo. Capite quindi che se possiedo un’ obbligazione/Titolo di Stato per esempio a 5 o più anni (vedi grafico sotto del BTP a 5 anni Apr 17 – Apr 22) e i tassi dovessero salire, (come potrebbe essere in questo momento storico), mi ritroverò con il prezzo della mia obbligazione/Titolo di Stato pagata 100, magari a 95 e se malauguratamente dovessi venderla per necessità di liquidità mi ritroverei con una perdita di 5 punti. L’unica possibilità che ho di non perdere il capitale è quella di mantenere l’obbligazione fino alla sua naturale scadenza quando mi verranno restituiti i miei 100 spesi per l’acquisto. Ricapitolando quindi….non solo solo le azioni a subire oscillazioni, ma anche le obbligazioni/Titolo di Stato a tasso fisso. Ma anche ammettendo di non voler perdere il capitale e quindi mantenere il titolo fino a scadenza, possiamo confrontare ad esempio i rendimenti di un’obbligazione/titolo di stato a 5 anni (vedi grafico sotto del BTP a 5 anni Apr 17 – Apr 22), con l’indice azionario mondiale sempre a 5 anni (vedi grafico sotto del MSCI World). Come si vede dai grafici l’indice azionario MSCI World ha guadagnato circa il 80% (16% annuo), al lordo del 26% di Capital Gain, nonostante il calo del 2020 causa Covid 19, contro un modestissimo 6% del BTP (1,2% annuo) al lordo del 12,5% di ritenuta fiscale.
Non tutti i consulenti sono uguali, come non tutti i professionisti in campo medico lo sono.
Quando si hanno problemi fisici si fa di tutto per trovare i migliori luminari, che li possano risolvere. Ma non è semplice capire chi è meglio di chi. Anche in campo finanziario succede la stessa cosa, quando sentiamo la necessità di abbandonare la cara vecchia banca e passare ad un consulente ci sentiamo smarriti. Come possiamo valutare il consulente che potrà risolvere i nostri dubbi in campo finanziario ? Come possiamo capire se un consulente fa al caso nostro e cosa distingue un consulente da un’altro ? Ci sono dei punti chiave da seguire per poter valutare il consulente. Nell’articolo, vengono esposti questi punti in maniera chiara e da consulente vi posso dire che sono completamente d’accordo. Personalmente credo di soddisfare tutti e 7 i punti. Almeno…..questo è quello che dicono i miei clienti……. Quanto è importante insegnare ai bambini l'importanza dei soldi.
Non sono certo io la persona più adatta a dare consigli ai genitori di come educare i propri figli, del resto non sono genitore....ad ogni modo come consulente finanziario qualche consiglio lo posso dare, perlomeno per ciò che riguarda il rapporto soldi e bambini. E' importantissimo educare finanziariamente i figli fin da piccoli ed ecco 5 consigli utili su come fare. 1) Parlare della gestione del denaro Il primo consiglio è quello di non aspettare. Logicamente non bisogna essere invadenti o troppo pressanti nell’inserire questo discorso, ma parlare del denaro e di quella che si ritiene essere la sua corretta gestione è una cosa che va fatta fin da piccolissimi, intorno ai 5 anni circa. In questo modo, magari sotto forma di gioco, il bambino, che a 5 anni ha un’idea fantasiosa del denaro - come di tutte le cose della vita, potrà rendersi conto che i soldi non vengono estratti dal cassetto come per magia, ma che provengono da un sacrificio. Questo sacrificio, però, non deve in alcun modo essere fatto pesare al bambino come senso di colpa, poiché bisogna sempre ricordare che è il genitore a regalare una vita e in virtù di questo, serve molta delicatezza anche nell’insegnare il peso dei sacrifici. 2) Insegnare a contare le monetine Anche insegnare a contare le monetine potrebbe essere molto utile perché il bambino possa riuscire a capire quante ne servono per comprare qualcosa. In questo modo, tante monetine equivarranno a tanti soldi e, conseguenzialmente, tanti soldi significheranno tanto impegno. Può sembrare anche un gioco, ma - all’atto pratico - se per comprare un gelato serviranno 3 monetine e per comprare un giocattolo ne serviranno 30, il bambino potrà rendersi conto della differenza tra le due spese in modo sempre più consapevole. 3) Valutare una paghetta Quando il bambino cresce un po’, l’educazione a un uso responsabile del denaro potrebbe avvenire attraverso una paghetta. Con la paghetta non bisogna esagerare, altrimenti si rischia di viziare senza remore il bambino fin da piccolo. Tuttavia, possedere un quantitativo di denaro - che si è imparato a contare - implica il doverlo gestire. Logicamente, un bambino non potrà provvedere alle sue spese con quella paghetta simbolica, ma potrà scegliere per cosa usare i suoi soldi e ponderare un acquisto anziché un altro, essendone felice o pentendosi della scelta, alla quale non dovrà sopperire il genitore rimediando all’eventuale tristezza. 4) Non ricompensare con denaro Non si dovrebbe ricompensare un bambino con premi in denaro poiché potrebbe risultare deleterio per la sua educazione, specialmente se troppo piccolo o se questo comportamento viene reiterato più volte nel tempo. Infatti, ricompensare un bambino con del denaro, ad esempio per un buon risultato scolastico o per aver semplicemente riordinato la camera, potrebbe far si che nostro figlio strumentalizzi queste azioni con lo scopo di giungere a ricompense. 5) Responsabilizzazione Quando il bambino diventa un ragazzo, verso i 15 o 16 anni, potrebbe risultare un consiglio utile quello di invitarlo a svolgere alcuni lavori part-time o comunque che esulano dai suoi compiti quotidiani, come la scuola o l’ordine in cameretta. Questo porterebbe a una responsabilizzazione. Farebbe capire al ragazzo la fatica che c’è dietro al denaro, specialmente per il fatto che a quest’età potrebbero iniziare a enfatizzarsi i paragoni con le situazioni economiche dei compagni di classe. |
AutoreAndrea Fumasi Archivio
Febbraio 2023
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