Gli italiani tengono tanti, troppi, risparmi sui conti correnti. Secondo la Banca d’Italia sono oltre 1.682 i miliardi parcheggiati sui conti a fine 2020. A differenza di quanto si possa pensare, non si tratta di una notizia positiva. Tenere per troppo a lungo i risparmi sul conto corrente significa rinunciare a generare un rendimento, condannando il valore reale del capitale a diminuire.
Se hai dei risparmi fermi sul conto corrente stai di fatto pagando un costo, non solo i costi di gestione sempre più alti, ma il costo (opportunità) della scelta di non generare i rendimenti che si sarebbero potuti accumulare nel lungo termine. I rendimenti degli investimenti tengono ad accumularsi nel lungo termine, grazie all’extra rendimento generato dall’investimento dei profitti. se nessuno può prevedere le performance future dei mercai ciò che possiamo dire è che nei prossimi anni il cash continuerà a generare rendimenti ridotti. Se hai scelto di non investire parte della tua liquidità non stai perdendo occasioni di mercato nel breve (dove i mercati possono andare sia in positivo, sia in negativo), quanto soprattutto la potenzialità di costruire l’effetto di composizione degli interessi nel lungo periodo. Questo può avere delle conseguenze molti rilevanti sulla costruzione della tua ricchezza. L’effetto silenzioso dell’inflazione C’è poi da considerare la “tassa” dell’inflazione. L’aumento dei prezzi al consumo, agisce come un’imposta nascosta con un impatto negativo sui depositi: se i prezzi aumentano, il valore reale del denaro diminuisce. Questo effetto, anche se difficilmente apprezzabile nell’immediato, può diventare molto significativo su orizzonti temporali lunghi. Facciamo un esempio: 10.000€ lasciati su un conto corrente per dieci anni possono arrivare a perdere, tra spese per la gestione del conto e diminuzione del potere d’acquisto, fino al 18% del proprio valore reale (immaginando un tasso di inflazione del 2% annuo). Questo vuol dire che gli stessi 10.000€ varranno l’equivalente di 8.161€. Sempre più avversione al rischio L’alternativa al conto corrente è l’investimento finanziario, che nel tempo aiuta a controbilanciare l’effetto dell’inflazione e generare un rendimento positivo. Ma in momenti incerti, si tende ad assumere un atteggiamento troppo cautelativo. Nei mesi di marzo e aprile dello scorso anno, quando i mercati azionari hanno fatto registrare delle perdite, molti investitori hanno scelto di disinvestire optando per strumenti monetari e conti correnti con rendimenti nulli. Ma coloro che hanno optato per questa opzione, magari sull’onda dell’emotività, hanno probabilmente perso l’opportunità di partecipare alla ripresa dei mercati finanziari che si è verificata a partire da maggio: cristallizzando una perdita significativa. Un approccio professionale per proteggere il capitale Questo non vuol dire che, seppur investendo, non si debbano prendere le precauzioni necessarie per proteggere il proprio capitale. Adottare un orizzonte di medio-lungo termine, diversificare il proprio portafoglio: sono alcune delle strategie per bilanciare la necessità di creare rendimento con quella di non esporsi eccessivamente alle fluttuazioni di mercato. Per fare ciò, può essere utile ricorrere al supporto di professionisti nella definizione di una strategia finanziaria adeguata.
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AutoreAndrea Fumasi Archivio
Ottobre 2024
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