Le polizze vita sono tra i prodotti finanziari più diffusi in Italia.
Vediamo ora le differenze. Le polizze caso morte hanno lo scopo di tutelare i beneficiari nel caso di morte prematura di chi ha stipulato l’assicurazione. Ad esempio vengono stipulate da chi svolge lavori pericolosi, proprio per tutelare a livello economico i famigliari, garantendo ai beneficiari un capitale o una rendita, nel caso in cui il lavoratore che ha stipulato la polizza venga a mancare. Sono quindi polizze di tutela. Le polizze caso vita invece sono dei meri prodotti d’investimento, queste si dividono tra polizze di Ramo I o di Ramo III. Le Ramo I hanno la restituzione garantita del capitale dedotte le commissioni, questa garanzia è dovuta al fatto che la compagnia investe generalmente in Titoli di Stato. Nel caso invece delle Ramo III, la compagnia assicuratrice investe i premi in un paniere di azioni (Index Linked) o in fondi comuni d'investimento (Unit Linked). Alla scadenza della polizza il capitale restituito sarà superiore o inferiore al capitale versato in base all’andamento dei mercati, non garantendo quindi il capitale versato. E’ importante sapere come nelle Ramo I, la gestione del capitale viene definita “separata” ovvero viene tenuta distinta dai mezzi propri della compagnia di assicurazione. Le polizze vita sono : - impignorabili e insequestrabili, - sono esenti dalle imposte di successione, - escono dall’asse ereditario e possono essere trasferite a soggetti esterni al proprio nucleo familiare, - solamente le Ramo I non pagano il bollo dello 0,2% annuo. Attenzione però….non è tutto oro quello che luccica. Molto importante è conoscere alla perfezione sia le caratteristiche che i costi della polizza che si va a firmare, in quanto questo genere di prodotti non è adatto a tutti e spesso si finisce per sottoscrivere un prodotto che non soddisfa le proprie esigenze.
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Dare una risposta univoca al quesito è impossibile.
Troppi fattori entrano in gioco, come ad esempio l’obiettivo finanziario, l'orizzonte temporale, il livello di rischio che si è disposti a sopportare e la conoscenza finanziaria. In generale, una buona strategia di diversificazione può aiutare a mitigare i rischi e massimizzare le opportunità di rendimento. Tuttavia, è da ricordare che nessuna strategia di investimento è priva di rischi e che è importante consultare un consulente finanziario prima di prendere decisioni significative sugli investimenti. Molto importante è valutare se questi 100.000 euro fanno parte di un patrimonio più ampio o sono tutto il patrimonio dell’investitore. Ecco una possibile suddivisione di un investimento di 100.000 euro, se fanno parte di un patrimonio più ampio, in base a diverse categorie di asset: 1. Azioni: Ad esempio il 50%, potrebbe essere destinata a investimenti in azioni, magari attraverso un fondo comune di investimento, tenendo in considerazione che gli investimenti azionari possono offrire potenziali rendimenti elevati, ma comportano anche un maggiore rischio. Di conseguenza la valutazione dei rendimenti NON deve essere fatta anno per anno, ma globalmente dopo almeno 6/7 anni. 2. Obbligazioni: Le obbligazioni sono generalmente considerate meno rischiose rispetto alle azioni e possono fornire un flusso di reddito stabile. Si potrebbe destinare una parte del portafoglio, ad esempio il 30%, a obbligazioni di vario tipo, come obbligazioni governative o societarie. 3. Liquidità: Mantenere una certa quantità di liquidità è importante per far fronte a spese impreviste o per sfruttare opportunità di investimento a breve termine o per ulteriori acquisti nelle fasi negative di mercato. Riservare quindi una parte del portafoglio, ad esempio il 10%, in asset liquidi come conti bancari o strumenti del mercato monetario. 4. Materie prime: Alcuni investitori considerano l'inclusione di materie prime, come oro, argento o petrolio, nel loro portafoglio per diversificare ulteriormente. Potresti destinare una piccola percentuale, ad esempio il 10%, a investimenti in materie prime, acquistate tramite ETF/ETC. (Per sapere cosa sono, vedere il post di riferimento) Se invece per un risparmiatore i 100.000 euro sono tutti i suoi risparmi, le percentuali potrebbero essere cosi suddivise : 1. Azioni: 35% 2. Obbligazioni: 35% 3. Liquidità: 25% 4. Materie prime: 5% Molti di voi, soprattutto della mia età si ricorderanno come agli inizi degli anni ‘90 andassero di moda i Certificati di deposito (CD) che venivano sottoscritti presso le banche. Per non indurvi in confusione, visto che Certificates in italiano si traduce con Certificati, vorrei spiegarvi in modo sintetico la differenza tra i due. Mentre i Certificati di deposito sono sono titoli vincolati e trasferibili che attribuiscono al possessore il diritto al rimborso del capitale più un interesse, i Certificates sono titoli decisamente più complessi, essendo dei “derivati cartolarizzati”, emessi generalmente da Banche d'investimento per offrire agli investitori strumenti flessibili e idonei a soddisfare diverse esigenze di investimento e in diversi scenari di mercato. Si tratta di strumenti finanziari che possono essere indicizzati a diverse tipologie di sottostanti: indici o titoli azionari, valute, commodities, etc.. Esistono molteplici forme di Certificates : - A capitale garantito/protetto: con garanzia del rimborso dell’intero capitale investito a scadenza - A capitale parzialmente garantito/protetto: con garanzia del rimborso solo di una parte del capitale investito a scadenza - A capitale condizionatamente protetto: con garanzia del capitale investito a scadenza solo al verificarsi di determinate condizioni. Anche le cedole hanno diversi metodi di calcolo : - Incondizionate - Condizionate - A memoria I Certificates, una volta emessi, vengono quotati principalmente su due mercati: Sedex di Borsa Italiana, o sul segmento Cert-X di EuroTLX, e tipicamente l’emittente opera come Market Maker o Liquidity Provider per garantirne la liquidità. MOLTO IMPORTANTE DA SAPERE 1. Il valore di mercato dei Certificates può essere volatile; 2. Potresti non ricevere alcun rendimento dall’investimento nei Certificates; 3. Potresti perdere, parte del capitale investito. I Certificates si qualificano come prodotti a complessità molto elevata, si consiglia di leggere e capire molto bene il prospetto informativo. Come ricordo sempre, un portafoglio deve essere BEN DIVERSIFICATO, in questo caso una piccola percentuale può essere composta da Certificates. Perchè è importante la pianificazione finanziaria ?
E soprattutto…. viene svolta correttamente da chi gestisce il vostro patrimonio ? La pianificazione finanziaria è molto importante, in quanto essendo il processo che coinvolge la valutazione della situazione finanziaria di una persona, la definizione degli obiettivi finanziari e la creazione di un piano per raggiungerli può determinare il successo o l’insuccesso nella gestione dei vostri soldi. Per i risparmiatori, la pianificazione finanziaria può essere cruciale per garantire una gestione oculata delle finanze personali e degli investimenti nel lungo termine. Una corretta pianificazione finanziaria dovrebbe essere composta da come minimo queste componenti :
Svolgere questo compito in maniera oculata, è sinonimo di corretta consulenza finanziaria. |
AutoreAndrea Fumasi Archivio
Ottobre 2024
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